Un altro mega debito, risale al 2009
Il Comune deve pagare 320 mila euro

Un altro mega debito, risale al 2009 Il Comune deve pagare 320 mila euro
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Febbraio 2015, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 09:52
MONTEGRANARO - Debiti, debiti dappertutto. Sembra che ogni volta che si chiuda una falla si apra una voragine nei conti del Comune. Chiusi i casi Sgm, Gea e Cons Coop, ora torna a farsi minacciose all'orizzonte le questioni Comunità Papa Giovanni XXIII e Cpm. In tutto, richieste da circa 600 mila euro che il Comune dovrebbe mettere sul piatto subito o quasi. Con ovvie difficoltà. Ma andiamo con ordine.

Il caso più impellente è quello relativo ai circa 254 mila euro da corrispondere alla Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini per l'affido di un minore risalente addirittura al 2000. Il Tribunale dei Minori, all'epoca, affidò il piccolo al Comune, che si rivolse all'associazione romagnola. "Fino al 2003 tutto filò liscio, poi di punto in bianco non si capisce come mai non si siano più pagate le rette, da circa 1000 euro al mese - spiega il sindaco Ediana Mancini - non si capisce da chi sia arrivato l'ordine di non dare più un euro. Anche perché non c'è alcuna opposizione alla sentenza del Tribunale". Da queste mancanze, piovve su piazza Mazzini la richiesta di risarcimento per 298 mila euro. Il commissario prefettizio, lo scorso mese di marzo, stanziò una somma di 44 mila euro da pagare subito ma deliberando anche che entro marzo 2015 si sarebbero dovuti corrispondere tutti gli altri 254 mila euro. "E' facile capire che non è facile avere a disposizione subito una cifra del genere - continua il primo cittadino - la nostra intenzione è quella di rinunciare ad ogni causa, visto che non sarebbe facile spuntarla, e di proporre una rateizzazione del pagamento della cifra".

Dai contorni più torbidi la questione Cpm, con la ditta che ha presentato richieste di pagamento con fatture per un totale di circa 320 mila euro. Si tratta di lavori realizzati dal 2009 in avanti nelle scuole cittadine per la gestione degli impianti termici. "Non ci sono impegni di spesa né altri atti, stiamo cercando di ricostruire la vicenda con gli ingegneri ma è davvero difficile - dice la Mancini - anche in questo caso, vorrei sapere chi ha autorizzato certe azioni". I 145 mila euro richiesti per lavori di adeguamento effettuati in varie scuole cittadine sembrano dovuti e, probabilmente, finiranno nel prossimo Consiglio comunale come debiti fuori bilancio. Ma il resto è avvolto in una nube di incertezza. "Ci chiedono 86 mila euro per la sostituzione di una cisterna interrata all'asilo nido che sversava nel terreno - prosegue il sindaco - ma come facciamo noi oggi a sapere se l'intervento è stato portato a termine se non ci sono le documentazioni? Idem per 13 mila euro di forniture calore e gli interessi maturati negli anni. Sarà un caso che le ultime richieste di pagamento risalgono al 23 settembre 2013, ovvero quattro giorni prima del Consiglio comunale che chiuse l'amministrazione Gismondi? Non accetteremo più critiche da certi pulpiti che si permettono di accusarci invece di darci una mano a capire assumendosi le proprie responsabilità".

E in sospeso ci sono ancora i debiti nei confronti di sette ditte per quanto riguarda l'alluvione del 2011. 780 mila euro in tutto, che però non possono essere erogati alle aziende finché la Regione non sbloccherà i fondi relativi. La speranza è che lo faccia a breve, confidando nella bonarietà dei politici anconetani alle prese con la campagna elettorale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA