J’accuse delle associazioni di categoria: «Moncaro, zero piani per risanare il debito»

J’accuse delle associazioni di categoria: «Moncaro, zero piani per risanare il debito»
J’accuse delle associazioni di categoria: «Moncaro, zero piani per risanare il debito»
di Véronique Angeletti
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Domenica 14 Aprile 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 07:01

MONTECAROTTO Non dando risposte ed escludendo soci, un risultato il nuovo cda di Terre Cortesi Moncaro intanto lo sta ottenendo. Mettere d’accordo tutte le organizzazioni marchigiane del mondo agricolo che chiedono risposte e invitano la prima cooperativa vitivinicola della regione ad accettare le verifiche da un pool di esperti. A reagire per prima è la Coldiretti, organizzazione di cui fanno parte 100 dei 107 soci che hanno firmato la richiesta di convocare una nuova assemblea al fine di revocare l’attuale cda. «Pur non essendo mai stati all'interno della cooperativa Moncaro – dichiara il direttore Coldiretti Alberto Frau - e pur non avendo mai avuto ruoli gestionali né partecipativi nella stessa, siamo molto preoccupati del fatto che, ad oggi, non vi sia ancora alcun piano industriale esistente, né piani di risanamento del debito che dovrebbero essere affidati a professionisti del settore ed esperti di crisi».


La critica

Frau non lesina stoccate: «Riteniamo inquietante che siano stati saltati tutti i punti all'ordine del giorno del cda del 12 aprile e l’unico trattato sia stato quello dell'espulsione di dei soci firmatari della richiesta di assemblea in modo democratico (come previsto dallo statuto) solo perché non conducevano più superfici vitate. Il che denota la totale assenza di idee, contenuti, democrazia, partecipazione, diritti». Invece è sulla diffida inviata dalla Moncaro alla Cia regionale e nazionale a proposito «delle continue interferenze senza averne diritti» che reagisce il presidente marchigiano Alessandro Taddei. «Il dovere di un’organizzazione di categoria – ricorda – è dare delle risposte ai suoi associati che ci hanno chiamato numerosi per sapere cosa stesse succedendo». Spiega che la Cia anconetana ha organizzato ben due riunioni. Una con i soci Cia che hanno dato in gestione i loro vigneti alla cooperativa Moderna per conferire l’uva a Moncaro. «Riunione - incalza Taddei - che si è svolta in presenza di Rossano Landi l’amministratore della Moderna affinché dichiarasse la sua disponibilità a firmare le liberatorie che consentiranno ai proprietari dei fondi di poter fare intervenire altre squadre di potatori».

Il che prova che la cooperativa Moderna, braccio operativo nei vigneti della Moncaro, nonostante la ripartenza sa che non riuscirà a garantire la manutenzione di tutti gli ettari di cui è affittuario. 

Le tappe

Mentre la seconda riunione è stata riservata ai soci Cia che conferiscono direttamente a Moncaro «perché si stanno interrogando sulla campagna 2024 e faranno le loro domande direttamente al cda chiedendo che sia convocata una nuova assemblea dei soci». Per il presidente di Confagricoltura Marche Federico Castellucci «dire che tutto va bene non corrisponde pienamente alla realtà e non risponde alle aspettative specifiche dei soci conferenti, dei dipendenti, delle aziende di servizi, fornitori e creditori. Deve essere reso noto quanto prima uno specifico e dettagliato piano di recupero e ripresa della situazione finanziaria. Va poi illustrato quale possa essere un piano di rilancio della produzione e di sviluppo del marketing e delle vendite negli anni futuri e quali scelte gestionali ne conseguirebbero. A questo va aggiunta una attività di audit specifica ed accurata che chiarisca nel modo più dettagliato ed analitico possibile la presente situazione debitoria e creditoria. Questo per permettere di presentare alle istanze pubbliche e private o associative eventualmente interessate un quadro chiaro che permetta di configurare interventi possibili di supporto, anche transitori, ma urgenti e necessari in vista di una ripresa che è importante anche per il settore vitivinicolo regionale in generale». Infine, sugli ultimi eventi Franco Alleruzzo, presidente Legacoop, il movimento cooperativo marchigiano ricorda che «sulla legittimità delle decisioni di un cda basta leggere gli statuti ma in ogni caso è proprio nell’interesse della Moncaro che si deve trovare il modo di ridurre le conflittualità»

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