Morroni passa all'opposizione
La maggioranza non ha più i numeri

Morroni passa all'opposizione La maggioranza non ha più i numeri
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Giovedì 20 Novembre 2014, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 10:40
FERMO - Andrea Morroni, consigliere comunale della Federazione della sinistra mette in ginocchio la maggioranza. La prima notizia ufficiale, da ieri mattina, è che Andrea Morroni, consigliere comunale della Federazione della Sinistra, lascia la maggioranza e passa all’opposizione. La seconda notizia, di conseguenza è che i già traballanti numeri che il sindaco Nella Brambatti aveva in Consiglio ora diventano estremamente precari. Si ritorna a quel 16 a 16, con l’unico voto in più del sindaco che consente di arrivare al numero 17 che serve a tenere in piedi la maggioranza. Una situazione identica a quella di qualche mese fa, prima dell’ultimo rimpasto quando l’ingresso in giunta dell’assessore Silvana Zechini costrinse il cugino di lei Fabrizio, fino a quel momento esponente di Fermo si Muove, a tornare in maggioranza per ragioni, diciamo così, familiari. Lo strappo di Morroni è stato comunicato agli altri partiti del centrosinistra mercoledì sera. E ieri, di conseguenza, il sindaco ha convocato d’urgenza i segretari comunali e provinciali dei partiti per fare il punto alla luce di questa ultima novità. Le notizia che sono arrivate non sono state così confortanti come Brambatti sperava. “E’ stato un incontro interlocutorio - spiega Paolo Nicolai, segretario provinciale del Pd - non abbiamo assunto nessuna decisione in attesa che tutti i partiti facciano un passaggio al loro interno”. Il Pd ha riunito gli organismi comunali per questa sera. Sel lo farà la prossima settimana. E proprio da Sel è arrivato il più netto altolà al Pd, che avrebbe voluto chiudere la crisi già ieri mattina. “Il nostro partito, che non è un partito personale ma democratico - argomenta Roberto Vallasciani, segretario provinciale dei vendoliani - ha bisogno di riunirsi e fare le proprie valutazione negli organismi preposti prima di assumere una decisione sul futuro di questa amministrazione, anche alla luce della nuova situazione politica che si è determinata”. Sel scioglierà il nodo la prossima settimana anche se non appare messo in dubbio da nessuno dei 17 consiglieri il voto sull’assestamento di bilancio che va in aula a fine mese. “Chi dovesse decidere di staccare la spina a questa amministrazione - ha minacciato nel corso del vertice per l’ennesima volta l’assessore Daniele Fortuna, il più brambattiano della coalizione - se ne assumerà la responsabilità”. Il Pd, secondo Nicolai, pur dovendo ancora fare delle valutazioni “alla luce dei nuovi sviluppi” non ha intenzione di staccare la spina al sindaco, per ora”. Mentre il consigliere indipendente Giulia Torresi è ormai da tempo con un piede dentro e uno fuori. “In questa scena di giochetti e dispettucci il territorio è completamente abbandonato - scrivono i gruppi consiliari di Forza Italia e Alleanza di destra -. Il capoluogo non esercita il suo ruolo di capofila. Il sindaco Brambatti, presidente della conferenza dei Sindaci, non ha la forza e l'attenzione per cementare gli altri amministratori in una battaglia essenziale per i cittadini come quella della sanità”. Nel frattempo ieri Morroni ha diffuso una lunga nota attraverso la quale ha spiegato i cinque principali motivi che l’hanno portato ad allontanarsi dalla maggioranza. Primo punto, la composizione dell'attuale governance Asite che non è stata concertata e doveva essere provvisoria e invece non è stata più cambiata; secondo le modalità con cui si intende procedere alla cessione della Solgas; terzo l'andamento degli uffici pubblici con la relativa corresponsione dei premi di produttività ai dirigenti. “Ci siamo sempre chiesti in base a quali parametri questi ultimi vengano elargiti”, scrive Morroni. Quarto la questione del piano delle antenne che è sotto gli occhi di tutti. Infine l'Urbanistica. “Un ufficio comunale allo sbando; un Dirigente il cui mandato è stato confermato non si capisce bene sulla base di cosa, un cantiere posto sotto sequestro; la difficoltà di avere libero accesso agli atti vedendo cosi violato un diritto che spetta ad ogni consigliere; i tentativi da parte nostra di proporre soluzioni per quelle questioni che di fatto hanno valenza strategica nella gestione della città, puntualmente inascoltati”.



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