FERMO - Da vittima a carnefice, da aggredito a rapinatore. Questa la rapida parabola di un giovane tunisino, finito agli arresti, dopo gli accertamenti lampo effettuati dai carabinieri, che hanno permesso di fare piena luce su un episodio che, dai primi elementi, lasciava ipotizzare tutt’altro. Accade tutto all’alba di mercoledì scorso.
I militari arrivano a Lido Tre Archi, insieme ai militi del 118, in via Segni per soccorrere il nordafricano, vittima di lesioni. Il ferito viene trasportato in ospedale, mentre gli uomini del Radiomobile effettuano un sopralluogo ed ascoltano alcuni testimoni. I militari della stazione operativa si recano invece in pronto soccorso per ascoltare la versione del ferito. L’uomo si mostra poco collaborativo, risponde a monosillabi, si limita a dire di essere stato pestato da sconosciuti extracomunitari, senza alcuna ragione. La versione non convince, le pattuglie di Fermo e Porto San Giorgio approfondiscono, fino a ricostruire una dinamica totalmente opposta.
In realtà il tunisino, poche ore prima, si era presentato in un condominio di via Segni, abitato da una coppia di nigeriani. Appena aperta la porta, i due sono stati aggrediti dal giovane, che li ha minacciati con un coltello, per poi rubare una collana d’oro e dei telefoni. Alla reazione dei nigeriani, è fuggito lanciandosi dal balcone al secondo piano della palazzina. Ma il derubato ha pensato di farsi giustizia da solo. Insieme a un connazionale, si è messo alla caccia del rapinatore, fino a trovarlo. Nella colluttazione il tunisino ha riportato ferite e contusioni, che si sono aggiunte a quelle riportate nel volo dal balcone. Proprio la compagna del nigeriano derubato ha poi allertato il 118.
Chiarita la rocambolesca nottata, i carabinieri hanno accusato di rapina aggravata il magrebino, 37enne, già noto per una sfilza di reati, dai furti allo spaccio.