Transgender picchiata a sangue: «Tre Archi è diventato invivibile»

Transgender picchiata a sangue: «Tre Archi è diventato invivibile»
Transgender picchiata a sangue: «Tre Archi è diventato invivibile»
di Sonia Amaolo
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Lunedì 25 Maggio 2020, 12:00

FERMO - Un’aggressione tira l’altra. Dopo la transgender colpita a sangue con un tirapugni sabato sera, sotto casa a Lido Tre Archi e ricoverata all’ospedale, ieri mattina c’è stata un’altra aggressione. Un ragazzo è stato aggredito da un italiano, a suo dire sarebbe stato un napoletano a mettergli le mani addosso. Risulterebbe la stessa persona che sabato sera aveva assistito al pestaggio del transessuale da parte di un marocchino, la stessa persona che ieri mattina aveva fatto preoccupare i residenti di via Tobagi che lo sentivano urlare in casa. Intorno alle 14 è arrivata, insieme all’ambulanza che ha soccorso il giovane rimasto ferito, la pattuglia della Polizia. Nel frattempo l’aggressore è sparito, si è dato alla macchia. Gli agenti sono stati a lungo in zona, hanno raccolto testimonianze e controllato due abitazioni abitualmente occupate abusivamente. 

 
Intanto partiranno in settimana due denunce, una della trans e una dei condomini di via Tobagi per le condizioni di invivibilità nel quartiere. L ’insofferenza dei residenti è alle stelle, la vita di tutti i giorni è insostenibile nei palazzi delle case occupate per la presenza di facinorosi abituati a menare le mani, perlopiù spacciatori. Il quartiere, nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, torna sempre punto a capo sui problemi di ordine pubblico, è una polveriera pronta a esplodere. La persona presa a pugni in faccia con un’arma fetente segnala da tempo una condizione di disagio cui è costretta a vivere. I cani, di cui tanto si parla, sono dei nordafricani, quasi tutti irregolari e noti alle forze dell’ordine. Sabato nel tardo pomeriggio la trans si era imbattuta in uno di questi cani e ha avuto paura, ha telefonato ai carabinieri e alla polizia municipale e mentre era al telefono con i militari dell’Arma è stata aggredita da un marocchino che occupa un appartamento diventato da tempo rifugio di irregolari.

I riflettori sono accesi sul quartiere ma restano i coni d’ombra: «Bisogna stare attento a come ti muovi da queste parti» confida a mezza bocca un esercente. In via Tobagi la situazione è incandescente, i condomini hanno paura perfino a mettere il naso fuori dalla porta. L’ultimo fatto di sangue arriva dopo un’escalation di episodi che narrano una convivenza impossibile tra un mondo di sopra e un mondo di sotto . «Non ce la faccio più – confida la vittima dell’aggressione - ogni volta che devo fare le scale, perché l’ascensore è rotto, vedo lo schifo tra sputi, siringhe, cacca e pipì di cane. E loro, i marocchini e gli algerini mi ridono addosso, mi dicono le parolacce. Ho paura dei cani, chiedo di tenerli a bada e loro ridono di me». T

orna a farsi sentire il presidente provinciale di Confabitare Renzo Paccapelo, tra i promotori della battaglia per la sicurezza a Tre Archi «è troppo facile dire oggi che il pestaggio era previsto, da settimane chiediamo il monitoraggio delle abitazioni, la lotta alle occupazioni abusive, l’espulsione di irregolari, condannati, pregiudicati, spacciatori».

Paccapelo chiama a rapporto il sindaco: «ha dimostrato scarsa incisività, timori e titubanze» . Nei giorni scorsi proprio lui aveva presentato un memorandum a Calcinaro, un piano di fattibilità per una città sicura. 

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