Il calzaturiero in picchiata: il distretto ha perso più di un quarto dell'export

Fermo, il calzaturiero in picchiata: il distretto ha perso più di un quarto dell'export
Fermo, il calzaturiero in picchiata: il distretto ha perso più di un quarto dell'export
di Massimiliano Viti
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 07:25

FERMO - La calzatura fermana è una décolletée a cui si è rotto il tacco. Si può riparare o bisogna comprarne un altro paio? Forse ce lo dirà il 2021, anno che verrà influenzato dalla pandemia, almeno per il primo semestre, ma che ci farà capire quali aziende potranno restare competitive sul mercato e quali no. E se il distretto verrà aiutato a rialzarsi o, viceversa, verrà spinto nel baratro (vedi la legge sullo sconto Sud). 

I dati

Assocalzaturifici, l’associazione che riunisce i calzaturifici italiani, ha diffuso i dati dei primi nove mesi del 2020. Fermo, in quarta posizione nella graduatoria italiana per valore esportato, ha perso il 27,2% del fatturato export. Una percentuale leggermente migliore rispetto al -31,1% registrato nei primi sei mesi ma peggiore rispetto a quella nazionale (-17,2%). Nel periodo gennaio-settembre, in ordine per valore di vendita troviamo: Germania -20,6%, Russia -27% e Francia -24,4%. Usa, al quinto posto, –39,1% e Cina, unico mercato mondiale a trainare i consumi quest’anno, al sesto posto, con una riduzione più contenuta del 13,3%. Per fare un quadro complessivo della situazione dobbiamo considerare anche il calo del -23% della spesa per le calzature delle famiglie italiane.

Le vertenze

«Nella nostra provincia la situazione è emergenziale» commenta Linda Bracalente della segreteria Filctem Cgil Fermo che spiega la situazione: «La vertenza Toolk (che coinvolge circa 80 dipendenti) è quella più conosciuta, ma sono molti i tavoli di crisi aperti dove, troppo spesso, dobbiamo confrontarci con interlocutori assenti o evasivi.

I lavoratori sono ovviamente coloro che ne fanno le spese. Un esempio è la situazione dei circa 60 dipendenti di Bottoni e Moda di Porto Sant’Elpidio, impresa indagata dalla magistratura per presunti illeciti commessi dai titolari. Un altro tavolo aperto è quello di Melania Italia (65 dipendenti interessati), alle prese con un concordato e con il passaggio di proprietà. I nuovi proprietari non hanno ancora comunicato un piano industriale. Ma questa è solo la punta dell’iceberg». 

Le criticità

I fattori di criticità del comparto sono molti. Dalla moda che, complice la pandemia, preferisce acquistare quasi esclusivamente sneaker, al boom delle vendite online che avvantaggia pochi player del mercato. Dalle dimensioni delle imprese fermane a un management e un modello di business ormai superati fino alla storica incapacità di fare quadra. Almeno nei primi sei mesi del nuovo anno, il settore dovrà soffrire. «La reintroduzione di misure restrittive, gli acquisti natalizi compromessi e la ripartenza della domanda di nuovo rinviata avranno gravi ripercussioni sulle capacità di tenuta del settore» ha sottolineato il presidente di Assocalzaturifici Siro Badon. Con l’introduzione del vaccino la situazione dovrebbe migliorare nella seconda metà del 2021. Ma le aziende calzaturiere fermane saranno pronte e capaci di intercettare la ripartenza?

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