Fermo, monito sul Consorzio di Bonifica
Trentuno: "La Regione dia le competenze"

Arnaldo Trentuno esponente fermano della Lega Nord
Arnaldo Trentuno esponente fermano della Lega Nord
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Giovedì 10 Settembre 2015, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 12:28
FERMO - "La Regione Marche dica una volta per tutte e definitivamente quali sono le competenze del Consorzio di Bonifica delle Marche"

“E' chiaro che la manutenzione del reticolo idraulico regionale, che il Consorzio attribuisce a se stesso, è in realtà di competenza pubblica e deve essere finanziata dalla fiscalità generale e non dai privati chiamati a finanziare il Consorzio stesso”. A parlare è Arnaldo Trentuno della Lega Nord che prima dell’estate è stato protagonista insieme ad altri esponenti del suo partito di una precisa presa di posizione a livello regionale. E’ chiaro, secondo la Lega la vicenda è intricata ma la soluzione è semplice e a monte.



“Se il cittadino diffida delle istituzioni di chi e’ colpa?” dice infatti Trentuno. “La prima norma di riferimento è il Regio Decreto 215 del 1933. La necessità che si poneva in quel momento era di favorire la colonizzazione dei terreni paludosi ed impedire la diffusione della malaria. Per questo furono previste tutta una serie di opere di competenza dello Stato rimboschimento, bonificazione, consolidamento, opere stradali, ecc., aggiungendo: ’Sono di competenza dei proprietari ed obbligatorie per essi tutte le altre opere giudicate necessarie ai fini della bonifica’. Poi, all’art. 54, possono costituirsi consorzi tra i proprietari degli immobili che traggono beneficio dalla bonifica. E la frittata è fatta: sono trascorsi 82 anni, di paludi e bonifiche da fare neanche più l’ombra ma il Consorzio di Bonifica è vivo e vegeto con le sue poltrone ed il suo bel bilancio annuale di 12 milioni di euro”.



“Ora il consorzio può riscuotere il tributo per mezzo di Equitalia - dice Trentuno - la Regione Marche ha poi istituito il Consorzio unico per fusione dei tre precedenti. Tutti i proprietari terrieri sono chiamati a pagare una tassa detta contributo di bonifica, oltre ad eventuali somme dovute per il servizio irriguo. E’ un consorzio di privati che si autofinanzia”. Ma c’è “in corso, da parte degli amministratori del Consorzio, il tentativo di allargarne il raggio d’azione ed aumentarne le competenze”. I maggiori costi? “La proposta è molto chiara - spiega Trentuno - potrebbero in primo luogo pagarli i soci…”.



“Altro che soppressione. Si agganciano altri vagoni al carrozzone… E’ un po’ come se l’amministratore di un condominio, nel tentativo di allargare il suo giro, volesse asfaltare la strada comunale a spese dei condomini”. Allora il nodo è uno solo e chiama in causa la Regione: “Quali sono le competenze del Consorzio di bonifica? Il Consorzio non può darsele da solo”



GLI AVVISI DI PAGAMENTO



"In assenza del Piano di bonifica, tuttora mancante - aggiunge Trentuno - come può il Consorzio aver iscritto a bilancio i contributi di bonifica richiesti?

E come può ora inviare gli avvisi di pagamento addirittura per gli anni pregressi? In assenza di Piano di bonifica: non esiste competenza ad eseguire opere; non esiste beneficio per gli associati; non può esistere imposizione. Diversamente il contributo si risolverebbe in una tassa sulla proprietà volta a finanziare, anzi a mantenere, un ente che non compie alcuna opera di bonifica".
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