Il Consorzio di Bonifica: «La situazione delle dighe migliore del passato. Bene anche San Ruffino nel Fermano»

Il Consorzio di Bonifica: «La situazione delle dighe migliore del passato. Bene anche San Ruffino nel fermano»
Il Consorzio di Bonifica: «La situazione delle dighe migliore del passato. Bene anche San Ruffino nel fermano»
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Giovedì 7 Marzo 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 13:42

FERMO È stato sicuramente un inverno avaro di piogge e, alle porte della nuova stagione irrigua, il mondo agricolo marchigiano ha già iniziato a chiedere un’apertura anticipata degli impianti. Se da una parte i dati pluviometrici non rassicurano, il livello delle dighe del Consorzio di Bonifica delle Marche, in particolare quella di Cingoli, sono invece allineati – se non migliori in alcuni casi – degli anni precedenti. Ad oggi, l’acqua invasata a Castreccioni è superiore di circa 6 milioni di metri cubi di quella presente, nello stesso periodo, del 2022 per una disponibilità totale di 35 milioni di metri cubi. Anche le dighe di Comunanza (lago di Gerosa) e San Ruffino in provincia di Fermo, grazie alle ultime precipitazioni, sono ad un livello migliore di quello degli anni precedenti.

Il monitoraggio

«Monitoriamo costantemente lo stato delle nostre dighe. Da loro dipende la sussistenza di un intero settore economico, quello agricolo – dichiara Michele Maiani, presidente del Consorzio di Bonifica – se non la sicurezza di tutto il territorio.

Ormai è evidente che non è cambiata la quantità di pioggia che cade. L’acqua è la stessa ma si concentra in limitate finestre temporali e micro-aree dando vita a nubifragi e bombe d’acqua. In questo caso, la funzione di laminazione delle dighe è fondamentale e consente di gestire queste improvvise e inusuali quantità di precipitazioni. L’acqua viene invasata, rilasciata in maniera controllata e custodita per i mesi successivi». Trattenere l’acqua piovana, moltiplicare le vasche d’accumulo, ricaricare le falde sono alcune delle azioni necessarie per salvaguardare la risorsa idrica e tutte quelle attività ad essa collegate. In tale logica guardano i progetti di ricarica del lago di Cingoli e quello realizzato in collaborazione con il Prof. Marco Petitta dell’Università La Sapienza di Roma, destinato alla ricarica artificiale delle falde e destinato a garantire agli agricoltori non serviti dal consorzio, la necessaria quantità d’acqua. Ammodernare e ampliare sono gli obiettivi anche degli interventi in corso nei comprensori dell’Aso, Tenna e Tronto.

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