Il figlio investito dove morì la moglie: «Ora basta, troppi rischi in via Diaz»

Il figlio investito dove morì la moglie: «Ora basta, troppi rischi in via Diaz»
Il figlio investito dove morì la moglie: «Ora basta, troppi rischi in via Diaz»
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Novembre 2021, 06:25

FERMO  - Per qualche secondo, ieri mattina, Enzo Zampacavallo è ripiombato nell’incubo di tre anni fa. Quando la moglie è stata investita sulle strisce pedonali, davanti casa in via Diaz, morendo, poco dopo, in ospedale. Stavolta, a essere travolto su quelle stesse strisce è stato il figlio Marco.

Poco dopo le 7 di ieri mattina, stava attraversando la strada quando un’auto, che si era fermata per farlo passare, è stata tamponata da un furgone e l’ha “toccato”. Per fortuna, a parte lo choc e qualche graffio, l’impatto non ha avuto gravi conseguenze sull’uomo. Ma il fatto ha riportato l’attenzione su un tratto di strada che continua a essere pericoloso. Nonostante lo spartitraffico messo dal Comune dopo le pressanti richieste di Zampacavallo. Che, adesso, torna alla carica.


Parla di «modifiche fatte male, che non hanno portato alcun beneficio, ma addirittura un peggioramento. Adesso la gente considera questa strada quasi coma una pista di lancio e va ancora più veloce. Forse, qualcuno in più si ferma se ti vede sulle strisce, ma di certo non vanno più piano. Non so spiegarmi il perché». Torna a chiedere la presenza dei vigili urbani lungo la strada, Zampacavallo. «Non si sono mai visti. Non sanno neppure quante macchine passano qui al giorno e la velocità a cui vanno. E il Comune non vuole mettere l’autovelox per paura delle contestazioni. Mi hanno detto che non possono metterlo perché non sanno dove fermare l’auto.

Ha senso una risposta del genere?», si chiede il residente di via Diaz, a San Giuliano. Ieri mattina ha chiamato il sindaco Paolo Calcinaro per avvisarlo di quanto accaduto. «Ha detto che vedrà il da farsi e che vorrebbe mettere un dosso. Io sono per punire chi non rispetta le regole. Devono essere sanzionati: è l’unica cosa che li può reprimere un po’. La gente deve andare piano», dice ancora Zampacavallo. Un terribile ritorno indietro di tre anni, quello vissuto ieri mattina dall’uomo. Che ha pure chiesto più volte al Comune di organizzare un’assemblea pubblica per discutere dei problemi di viabilità della zona.


Per fortuna, si diceva, le ferite riportate dal figlio Marco non sono gravi. Ma la memoria della famiglia Zampacavallo è tornata inevitabilmente al pomeriggio del 28 settembre 2018, quando la 73enne Adriana Paniccià fu investita sulle strisce pedonali che stava attraversando per tornare a casa. Da quel momento, la battaglia del marito per rendere via Diaz più sicura per i pedoni s’è fatta ancora più serrata. Telefonate e lettere che, finora, non hanno sortito alcun effetto, se non quello di convincere il Comune a mettere lo spartitraffico nel tratto tra le due rotonde. Dove, però, si continua a correre. E non solo lì. Appena giovedì scorso, infatti, un’altra persona è stata investita sulle strisce pedonali. Una tredicenne travolta da un’auto in via Nenni, a Lido Tre Archi, che, subito dopo l’impatto, s’è dileguata senza prestare soccorso alla ragazzina.

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