Pronto soccorso e nuove assunzioni, dossier di cento pagine sull’ospedale: «Servono altri 45 medici e infermieri»

Pronto soccorso e nuove assunzioni, dossier di cento pagine sull’ospedale: «Servono altri 45 medici e infermieri»
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Luglio 2021, 08:35

FERMO - Raddoppiare il pronto soccorso. Assumere 45 tra medici e infermieri. Attivare subito l’emodinamica e il robot chirurgico. Spostare il reparto di Malattie infettive. Fare del nuovo Murri un ospedale universitario. Aprire un ospedale come l’attuale Murri nell’entroterra. Il rilancio della sanità locale, per Fermo in Azione, passa da queste grandi manovre.

Il manifesto

Il gruppo politico che fa capo a Carlo Calenda le ha raccolte in un manifesto che consegnerà al presidente della Regione, al nuovo direttore dell’Area vasta 4 e a Paolo Calcinaro, in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci. Cento pagine articolate in tre fasi. «I problemi attuali e i presupposti per risolverli. Una fase da qui a tre anni e l’ultima con il nuovo ospedale», spiega il coordinatore provinciale di Azione, Germano Craia. «Servono investimenti immediati sul Murri, che dovrà essere potenziato finché non sarà pronto il nuovo ospedale. Dicono nel 2024. Noi ci speriamo», prosegue. Lunga la lista dei “desiderata”. Per il pronto soccorso «sottodimensionato e con tempi di attesa insostenibili», il partito chiede di «raddoppiare la struttura non solo in termini di personale». Per «le liste d’attesa troppo lunghe per le visite specialistiche» e per «l’endemica carenza di personale», l’arrivo di 45 tra medici e infermieri. Per «l’assenza dell’emodinamica e i trasferimenti giornalieri dei pazienti fermani ad Ascoli e Macerata», la «creazione del reparto di cardiologia interventistica e l’istituzione della chirurgia robotica».

E siccome il Covid ha insegnato l’importanza di separare i percorsi “puliti” da quelli “sporchi”, il gruppo propone di scorporare Malattie infettive dal resto del Murri. E di attivare 75 posti letto di Terapia intensiva «da trasformare in media e lunga degenza in fase non pandemica». Questo per l’oggi. Quanto al domani, l’attenzione è puntata sul nuovo polo di Campiglione. Che dovrà essere «un ospedale universitario, propulsore di ricerca, motore di sviluppo di centri specialistici di eccellenza», spiega Luca Marinucci. «È necessario non costruire un ospedale generalistico, ma universitario, in cui poter fare ricerca, che dia linfa e diventi attrattivo anche per i professionisti che arrivano da fuori. Con un laboratorio di diagnostica, ricerca e sviluppo per la medicina a Rna messaggero e per la medicina rigenerativa», aggiunge Craia. La collaborazione con Torrette il punto di partenza, «poi Fermo dovrà iniziare a pensare anche a collaborazioni di respiro europeo».


L’interno
Poi c’è l’entroterra. Che, per Azione, non può restare sguarnito, ma dove poter contare su «un ospedale di dimensioni simili al Murri di adesso». Il partito non nomina quello di Amandola. Si limita a dire che «l’assistenza garantita ad alto livello» deve essere «uno dei punti cardine per puntare al ripopolamento dell’entroterra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA