Guidi esce dalla giunta di Urbino: «Il sindaco sapeva della mia adesione ad Azione ma poi l'ha pressato il centrodestra»

Guidi esce dalla giunta di Urbino: «Il sindaco sapeva della mia adesione ad Azione ma poi l'ha pressato il centrodestra»
Guidi esce dalla giunta di Urbino: «Il sindaco sapeva della mia adesione ad Azione ma poi l'ha pressato il centrodestra»
di Lorenzo Furlani
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Sabato 27 Agosto 2022, 02:25

Massimo Guidi, ieri mattina ha rassegnato le dimissioni dalla giunta Gambini di cui era vicesindaco?

«Certamente, l’avevo annunciato e l’ho fatto».

La sua scelta di farsi autonomamente da parte significa che ha compreso di aver sbagliato?

«No, ribadisco che la mia adesione ad Azione non è in contrasto politicamente con l’amministrazione comunale di Urbino tanto che sia il sindaco sia il capogruppo di Liberi per cambiare hanno auspicato che il mio impegno prosegua nella lista civica». 

Allora perché si è dimesso, il sindaco avrebbe potuto revocarle l’incarico, tanto più per le valutazioni da lui espresse?

«Perché se l’atteggiamento è quello manifestato, se non sono gradito, non sto in giunta per forza, mi dimetto e vado avanti con la mia linea».

Quindi lei è rimasto sorpreso dalle reazioni alla sua scelta per il partito di Calenda?

«Sorpresissimo, al sindaco avevo anche annunciato questa mia decisione precisando che non avrei accettato alcuna candidatura alle elezioni politiche».

E Gambini non l’aveva dissuasa o comunque non aveva espresso perplessità?

«No, gli avevo anche detto che nel caso in cui lui si fosse candidato al Parlamento con il centrodestra avrei evitato di comunicare la mia scelta per Calenda».

E perché questo cambio di atteggiamento, la vicenda è stata forse l’occasione per risolvere questioni latenti e dare un nuovo assetto alla giunta?

«Da parte di Gambini non credo perché è leale, per lui i problemi politici ora aumentano con l’esigenza di sostituirmi. È chiaro che alcune forze politiche di centrodestra ne hanno approfittato, premendo sul sindaco per avere dei vantaggi.

Lo vedremo con la nomina del nuovo assessore».

Ma Gambini ha dichiarato che lei ha violato il patto di lealtà perché, per quanto Liberi per cambiare esprima varie sensibilità politiche, in giunta rappresentava il centrodestra.

«Ho letto, ma non sono d’accordo e se questa è la linea devo dire che non mi sta bene. Gambini nel 2015 è stato rieletto con oltre il 55% dei voti di cui il 42-43% è rappresentato da liste civiche, in consiglio la maggioranza è di 9 consiglieri su 17: 7 sono della nostra lista civica, 1 di un’altra lista civica più c’è un consigliere di Forza Italia. Quella che governa Urbino non è una coalizione di centrodestra, bensì è una coalizione civica appoggiata dalle forze politiche di centrodestra».

Comunque, ora che sentimenti nutre, gli ultimi fatti hanno lacerato i legami personali?

«I primi giorni ho provato molta amarezza anche personale, poi certi rapporti umani sono stati confermati. Con il sindaco ho un rapporto da 15 anni: giovedì, dopo l’ultima giunta, Maurizio mi ha abbracciato e anche lui si è commosso fino alle lacrime, un gesto che mi ha ricordato il nostro abbraccio in piazza quando vinse le elezioni nel 2014».

Però adesso lei è fuori dalla giunta, politicamente che farà? Viene dal centrosinistra, la scelta per il partito di Calenda allude a un ritorno in quell’area?

«Questo è un errore che ho contestato anche al sindaco, Calenda non è nel centrosinistra, è nel terzo polo, perciò io ho aderito. Voglio rappresentare l’elettorato moderato e confermo la lealtà politica a Gambini. Dopo il 25 settembre ne riparleremo».

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