Massimiliano, stroncato dal Covid a 47 anni. Addio al rappresentante sempre sorridente

Massimiliano De Santis è morto all'ospedale di Torrette
Massimiliano De Santis è morto all'ospedale di Torrette
di Francesca Pasquali
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Domenica 28 Marzo 2021, 01:45

SANTA VITTORIA IN MATENANO - Di Massimiliano De Santis, chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene, ricorderà soprattutto il sorriso e la battuta sempre pronta. Se n’è andato ieri mattina, a 47 anni, stroncato dal Covid

 
Era ricoverato ad Ancona, all’ospedale di Torrette, dopo alcuni giorni passati al Covid Center di Civitanova. Ieri le sue condizioni sono peggiorate, fino al tragico epilogo. Era amatissimo nella sua Santa Vittoria, De Santis, anche se l’aveva lasciata sei anni fa per trasferirsi a Civitanova assieme alla compagna Lorella. Faceva il rappresentante e amava la musica. Suonava i piatti e la grancassa nella banda della cittadina montana.

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Negli ultimi anni aveva avuto qualche problema di salute, ma niente che facesse presagire l’inaspettata dipartita.

I funerali si terranno domani alle 15 nel cimitero di Santa Vittoria, in forma strettamente privata. Una notizia, quella della scomparsa dell’uomo, che ha gettato la comunità nella disperazione. Giuseppe, il papà di Massimiliano, conosciuto da tutti come “Peppe de Pippo” e morto diversi anni fa, era molto noto nel Fermano. Il fratello Simone è maresciallo dei carabinieri di Falerone. L’uomo morto ieri lascia anche un altro fratello, Andrea, e la mamma Paola.

 
Il cordoglio passa anche attraverso i social. Dove, per tutta la giornata di ieri, si sono susseguiti i messaggi di cordoglio e i ricordi di amici e conoscenti. «Questa notizia ha portato in noi tanta tristezza», ha scritto una donna. «La notizia che non si vorrebbe mai ricevere», il commento di un’altra. «Ci mancherai tantissimo. Non ci abitueremo mai alla tua assenza», le parole affidate ai social da un amico. «Un carissimo amico – lo ricorda il sindaco di Santa Vittoria, Fabrizio Vergari – sempre molto alla mano. Nonostante si fosse trasferito, tornava spesso in paese. Per la nostra comunità è un colpo durissimo. Ancora non posso credere che ci abbia lasciato».

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