«Da un mese senza pediatra, la Regione deve muoversi». L’ira dei sindaci di 10 Comuni: «Necessaria subito la nomina»

In dieci Comuni del Fermano manca il pediatra
In dieci Comuni del Fermano manca il pediatra
di Francesca Pasquali
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 08:05

MONTERUBBIANO - Di questi tempi, basta un colpo di tosse, uno starnuto o qualche linea di febbre per mettere in allarme i genitori. Quelli della Valdaso, rimasti senza pediatra dopo la prematura scomparsa, a fine novembre, di Paola Pierangelini, ora sono sul piede di guerra.

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A farsi portavoce del loro malessere i sindaci di Monterubbiano, Campofilone, Moresco, Pedaso, Lapedona, Ortezzano, Altidona, Petritoli, Monte Vidon Combatte e Monte Rinaldo. Tutti insieme, hanno spedito una lettera alla dirigente del Servizio sanità della Regione, Lucia Di Furia, e all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini.

«Vogliamo manifestare – scrivono i primi cittadini – la stringente esigenza di arrivare in tempi brevi alla nomina della nuova pediatra, così da mantenere, sul territorio, lo stesso livello di assistenza primaria nei servizi sanitari avuta fino ad ora per la parte di popolazione che rappresenta il futuro dei nostri Comuni».

Da più di un mese la zona è rimasta scoperta in un momento poi così difficile per quanto riguarda la presenza della pandemia da Coronavirus.

Una carenza che si fa sentire e che gli abitanti della Valdaso non sono intenzionati a tollerare oltre. «Rappresentiamo piccoli Comuni – prosegue la missiva dei dieci sindaci –, ma che, tutti insieme, raccolgono un vasto territorio e una molteplicità di famiglie e di realtà che, ad oggi, si sentono prive di un servizio essenziale e che, nonostante la presenza di pediatri in disponibilità in Comune limitrofi, non sentono di poter scegliere, in quanto lontani dal proprio territorio. Distanza che si amplifica al pensiero di doverla percorrere anche con bimbi in stato febbrile o malati». Da qui, il sollecito a «un celere ritorno della figura fondamentale del pediatra sul nostro territorio, per garantire l’assistenza primaria e per proteggere i bambini e le famiglie che, con la loro presenza, rappresentano l’unica possibilità di esistenza dei nostri Comuni».

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