Fermo, Coronavirus ed elezioni, i sindaci "snobbano" gli incentivi: «Non ci sono alternative alle scuole»

Fermo, Coronavirus ed elezioni, i sindaci "snobbano" gli incentivi: «Non ci sono alternative alle scuole»
Fermo, Coronavirus ed elezioni, i sindaci "snobbano" gli incentivi: «Non ci sono alternative alle scuole»
di Francesca Pasquali
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Giovedì 30 Luglio 2020, 08:15

FERMO - I Comuni del Fermano ringraziano per l’offerta e vanno avanti. Troppo tardi e troppo complicato mettersi, adesso, a trovare sedi alternative per le elezioni del 20 e 21 settembre.

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Gli incentivi promessi dalla Regione – duemila euro per plesso “risparmiato” – non convincono i sindaci. Soprattutto quelli dei Comuni più popolosi, che già tribolano a mettere in regola le scuole per il ritorno in classe, il 14 settembre. «Prima si fa l’errore di far votare una settimana dopo l’inizio delle lezioni, quando avrebbero potuto anticipare il voto di una settimana, poi chiedono alle amministrazioni pubbliche di fare salti mortali», dice critico il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro
 
Trentasei i seggi nel Comune al voto anche per le amministrative. A conti fatti, gli unici che potrebbero essere spostati sono i cinque della “Don Dino Mancini”. Potrebbero essere trasferiti negli uffici della Provincia, in viale Trento, a patto che l’ente guidato da Moira Canigola dica di sì. Per il resto, non ci sono grosse alternative. Bocciata, perciò, l’idea dell’ex assessore Luciano Romanella che aveva proposto di usare, per il voto, i centri sociali. Colpa dei «requisiti molto restrittivi del Ministero dell’interno», che lasciano poco margine di manovra. Senza contare che il capoluogo potrebbe andare al ballottaggio, con la trafila da ripetere il 4 e 5 ottobre. Secondo i sindaci, la tempistica scelta della Regione per elargire gli aiuti è tutt’altro che ottimale, visto che le sedi dei seggi vanno comunicate entro il 6 agosto e la delibera che autorizza i contributi è di tre giorni fa. Ha le mani legate anche il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira. «Per noi – dice – è improponibile pensare di trovare sedi adeguate. E poi ci sarebbero da cambiare tutte le etichettature delle schede elettorali e da riorganizzare spazi e forniture».
Se ne riparlerà nel 2022
Se il primo cittadino boccia la proposta anconetana («è stato un errore la riapertura delle scuole una settima prima delle elezioni»), apre, però, a «nuove sedi alternative fisse da progettate e utilizzare a partire dalle amministrative nel 2022, da cercare già da adesso». Idea condivisa da Ediana Mancini. Anche per la sindaca di Montegranaro è troppo tardi mettersi ora a cercare altri posti per le votazioni. I seggi del Comune veregrense sono tredici, ma almeno le scuole medie e dell’infanzia saranno risparmiate. «Quando è troppo, è troppo», sbotta. «Ci stanno già mettendo abbastanza pressione per adattare i plessi per la riapertura – chiarisce –, siamo già impegnati molto su quello. Se, per il futuro, si vorrà trovare un’alternativa, lo faremo, ma non si può decidere due mesi prima, in piena preparazione degli edifici scolastici». 
Il disappunto
Va oltre il disappunto di riorganizzare i seggi, il sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessio Terrenzi, che ieri ha preso carta e penna e scritto alla Regione, chiedendo di posticipare l’inizio delle lezioni. «Nel Comune che mi onoro di rappresentare – si legge nella missiva – tutti i seggi sono ubicati nelle scuole. Essendo, il nostro, un territorio decentrato, per noi non si tratta di trovare uno o due locali, ma il discorso è senza dubbio più complesso.

I requisiti richiesti affinché un locale possa fungere da seggio in alternativa alle scuole sono parecchi e l’adeguamento non può essere effettuato in tempi rapidi». Terrenzi chiede, perciò, di rimettere mano al calendario scolastico, rimandando a dopo le elezioni il ritorno in classe. «Una scelta – rimarca– che la Regione è autorizzata a fare e che, peraltro, è già stata fatta da altre Regioni, dove l’anno scolastico inizierà il 24 settembre, dopo le elezioni».

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