Amandola, la Procura e i dubbi
Cemento povero per le pareti

Amandola, la Procura e i dubbi Cemento povero per le pareti
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Martedì 10 Gennaio 2017, 09:05
AMANDOLA - Svolta importante per l’inchiesta della Procura della Repubblica di Ascoli Piceno sui danni post terremoto al complesso ospedaliero dell’ospedale di Amandola. 
In particolare le indagini sono concentrate sulla costruzione dello stabile della Residenza Sanitaria Assistita. L’ultima svolta ha portato il sostituto procuratore Umberto Monti a contestare i reati di disastro colposo e frode in pubbliche forniture al titolare dell’impresa di Afragola, in provincia di Napoli, che aveva costruito la struttura e al direttore dei lavori, un professionista fermano incaricato dall’Asur. Nei giorni scorsi era stata effettuata un’ispezione con avviso alle parti nella costruzione che ospitava la Rsa, alla quale avevano partecipato i carabinieri, i vigili del fuoco, i periti della Procura di Ascoli e i difensori dei due indagati. 
 
L’intenzione della magistratura è accertare fino in fondo se il fabbricato sia stato costruito in modo adeguato sia riguardo i lavori effettuati che l’utilizzo di materiali idonei ma soprattutto nella giusta quantità. Sembra infatti che le tramezzature interne siano state effettuate con materiale non adeguato e soprattutto in assenza di una quantità giusta di legante in calcestruzzo all’interno delle stesse tramezzature. In sostanza sembra che le foratelle utilizzate per i muri interni alla costruzione che dividono le stanze, o in alcuni di essi, non siano state legate bene fra di loro e si siano quindi sconnesse e spaccate durante le sollecitazioni del sisma. Infatti la Rsa è risultata inagibile proprio per le profonde lesioni riportate dai muri divisori interni, mentre il fabbricato non ha avuto danni strutturali. «Ringrazio il dott. Monti – dice il sindaco Adolfo Marinangeli – per l’ottimo lavoro che sta portando avanti e soprattutto siamo grati che, come avevamo chiesto, sta portando avanti l’indagine in tempi rapidi e soprattutto non ha proceduto al sequestro dell’immobile. Aspetto questo che ci permetterà di avere tempi più rapidi per ristrutturarlo e per ridefinire un’altra eventuale destinazione, visto che è in progetto la costruzione di un nuovo ospedale e di una nuova Rsa in un luogo diverso. Abbiamo fiducia – continua Marinangeli – nell’operato della magistratura, alla quale chiediamo di fare chiarezza ed individuare con certezza le eventuali responsabilità. Valuteremo, dopo aver letto le carte, l’opportunità di costituirci parte civile in quanto Comune, poiché il danno è stato fatto all’intera comunità dei Sibillini, considerando che la struttura ospitava un servizio di fondamentale importanza per tutto il territorio». 

Da ricordare che quello della rsa è il fabbricato più recente dell’intero complesso ospedaliero. E proprio per questo ci si chiede come mai sia risultato tra i più lesionati già dopo il primo sisma di agosto. Era stato terminato con tutti gli arredi nel 2102 ed inaugurato nel 2014. Ha 40 posti su due piani ma fino al terremoto erano in funzione solo la metà. Dunque venti posti a disposizione che vedevano ospiti altrettanti pazienti del territorio con patologie croniche e che avevano bisogno di una degenza prolungata. Camere doppie con tutti i confort e le moderne attrezzature per garantire un’assistenza gradevole e di qualità. Dopo la prima forte scossa del 24 agosto la struttura è stata evacuata e adesso gli ospiti si trovano temporaneamente nell’ex ospedale di Montegranaro, con forti disagi per i parenti delle persone degenti e per gli stessi lavoratori. Tutti dell’area montana.
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