Tredicesima, straordinari e premi detassati, ma niente flat tax incrementale: cambia la riforma fiscale. Quanto si risparmierà in busta paga

Lo prevede un emendamento del governo alla delega fiscale che mette in stand by la flat tax incrementale per i dipendenti

Tredicesima, straordinari e premi detassati, ma niente flat tax incrementale: cambia la riforma fiscale. Quanto si risparmierà in busta paga
Tredicesima, straordinari e premi detassati, ma niente flat tax incrementale: cambia la riforma fiscale. Quanto si risparmierà in busta paga
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Martedì 20 Giugno 2023, 18:27

Meno tasse sulle tredicesime per i dipendenti, sui premi di produttività e sugli straordinari (che eccedono una certa soglia, non ancora individuata), ma per ora niente flat tax incrementale per i dipendenti.

Lo prevede un emendamento del governo Meloni alla riforma fiscale. Per il regime incrementale resta ferma «la complessiva valutazione, anche a fini prospettici». Detta in altri termini: per ora non se ne fa nulla, ma non si esclude che l'intervento arrivi in futuro.

Al momento l'ipotesi più probabile per la tredicesima è una detassazione al 15%, ma non è chiaro se in via straordinaria per un solo anno o se sarà strutturale e se partirà da Natale 2023 o dal 2024. Se la riforma fosse accompagnata dalla conferma del taglio del cuneo fiscale al 6% e 7% per i redditi entro i 35mila euro, considerando anche la prossima sforbiciata dell'Irpef, il risparmio in busta paga potrebbe essere molto ingente. Per fare tutto ciò, però, è caccia alle coperture.

Il taglio del cuneo fiscale

Secondo i calcoli realizzati da Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, chi ha una busta paga mensile da 1000 euro lordi, prima dell'ultimo decreto Lavoro, con gli sconti varati in un anno dal governo Draghi prima e con l'ultima legge di Bilancio poi, aveva un risparmio mensile di 30 euro. Ora, a partire da luglio, il “bonus” ogni trenta giorni (fino a dicembre) sale a 70: quindi 40 euro in più.

Chi ne guadagna 1500 passa da 45 a 105 euro in più al mese, per un guadagno netto di 60 euro. E ancora: un lavoratore con 1900 euro lordi ogni 30 giorni va da 57 a 133 euro in più, con un risparmio aggiuntivo di 76 euro. Il guadagno sale a 100 euro per chi prende 2500 euro al mese (da 50 a 150 euro in più in busta paga). Infine il lavoratore che guadagna poco meno di 2700 euro lordi avrebbe circa 108 euro di risparmio. Questi aumenti, però, sono “lordi”, perché sullo stipendio più alto si ricalcolano le tasse con un leggero aggravio.

Quanto può valere il bonus tredicesima

Quanto alla tredicesima, l'idea del viceministro dell'Economia Maurizio Leo è applicare la flat tax al 15% per la mensilità “speciale” di fine anno. Con un reddito annuale di 15mila euro l'Irpef scenderebbe da 230 a 150 euro, con un risparmio netto di 80 euro. Il lavoratore che invece guadagna 20mila euro ne risparmierebbe 160 (passando da 400 a 240 euro di Irpef dovuta). E a salire: chi ne prende 25mila avrebbe un beneficio da 200 euro, chi ne guadagna 30mila ne risparmierebbe 480 e chi è sulla soglia dei 35mila circa 560.

Se poi questo bonus fosse esteso oltre il range di reddito dei 35mila euro l'aumento crescerebbe esponenzialmente. Ad esempio con uno stipendio annuo di 80mila euro si potrebbe avere un guadagno extra a fine anno di 1792 euro netti.

L'effetto complessivo in busta paga

Se quindi il bonus tredicesima arrivasse già a fine anno, o fosse confermato l'attuale taglio del cuneo nel 2024, si potrebbe verificare un effetto cumulo molto interessante per i lavoratori, quest'anno oppure il prossimo.

Con uno stipendio lordo mensile da 1150 euro al mese (15mila annui), si potrebbero guadagnare in un anno quasi 600 euro netti, mentre per chi ha un reddito da 35mila euro annui (fino a 2692 al mese per tredici mensilità), il beneficio complessivo arriverebbe a circa 1800 euro netti.

A questi soldi vanno aggiunti gli eventuali risparmi sui premi di produttività e sugli straordinari, ma anche, forse, l'estensione dei fringe benefit a 3mila euro per tutti e non solo per i dipendenti con figli a carico. Quindi c'è la sforbiciata sull'Irpef. Per quanto riguarda quest'ultima al momento l'ipotesi più accreditata è questo sistema a tre aliquote dal 2024: 23% per chi guadagna fino a 28mila euro, 33% per chi è tra 28mila e 50mila e 43% per i redditi superiori.

Tradotto significherebbe: 60 euro in meno di tasse all’anno per chi guadagna 15 mila euro, 100 euro in meno per chi guadagna fino a 20 mila euro, 400 euro in meno per chi guadagna 35 mila euro e 700 euro in meno per chi ne guadagna 50 mila. Quindi, complessivamente, chi ha un reddito da 35mila euro annui potrebbe risparmiare nel 2024 oltre 2mila euro l'anno rispetto ad oggi.

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