Dipendenti comunali di Pesaro, scatta la stretta: social sotto controllo e sulle nuove tecnologie corsi obbligati

Dipendenti comunali di Pesaro, social sotto controllo e su nuove tecnologie corsi obbligati
Dipendenti comunali di Pesaro, social sotto controllo e su nuove tecnologie corsi obbligati
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:07

PESARO Maglie strettissime e sanzioni più severe per i dipendenti comunali che esprimono opinioni sui loro profili social e nelle chat, da WhatsApp a Facebook, Instagram e TikTok, e corsi di formazione obbligatori sull’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche. Rigore, maggiori controlli e provvedimenti disciplinari. La “pena” sono i brutti voti nella valutazione della performance lavorativa con tanto di sanzioni in arrivo.

Il Comune ha nuovamente aggiornato il Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni che già lo scorso anno, più o meno in questo periodo a mo’ di pagella di fine anno scolastico, era stato modificato in prima battuta per ridurre all’osso l’utilizzo del web e dei mezzi di comunicazione.

La versione originale

Quella approvata dalla giunta il 22 dicembre è la versione originale del testo aggiornato, non essendo arrivati contributi e osservazioni durante i 15 giorni nei quali il regolamento è stato pubblicato online per raccogliere proposte non solo da parte dei diretti interessati, ma anche di cittadini, imprese, enti e associazioni.

Uno step per favorire la partecipazione dei cosiddetti stakeholder e delle organizzazioni sindacali andato a vuoto, forse per il poco tempo a disposizione.

In realtà la stretta sul Codice non è un’iniziativa autonoma del Comune. Le novità derivano infatti da alcune norme aggiunte dal decreto del Presidente della Repubblica del 13 giugno 2023 (articolo 11 bis e 11 ter) sul “corretto utilizzo delle tecnologie informatiche, dei mezzi d’informazione e dei social media da parte dei dipendenti pubblici e lo svolgimento di un ciclo formativo obbligatorio sui temi dell'etica pubblica e sul comportamento”.

In ogni caso il “palazzo” pesarese non ha perso tempo e si è adeguato, ritenendo evidentemente le disposizioni necessarie per gli indisciplinati. La norma prevede che, quando si dedicano ai propri account, i dirigenti e gli impiegati devono “usare ogni cautela affinché le proprie opinioni su eventi, cose o persone non siano in alcun modo attribuibili all’ente”.

Avrà rilievo disciplinare qualsiasi tipo di commento che possa nuocere al prestigio, al decoro e all’immagine della pubblica amministrazione. I dipendenti dovranno, per fare un esempio, astenersi dall’esprimere posizioni critiche in generale sui disservizi. Se un impiegato, come cittadino, si lamentasse per esempio dei ritardi nell’erogazione delle pensioni attaccando l’Inps, o di una visita medica fissata a distanza di un anno dall’Ast sarebbe censurabile?

L’applicazione è discrezionale, caso per caso, anche in base alle modalità di espressione. I dip non possono inoltre relazionarsi con i giornalisti, ad eccezione dei capi e solo raramente.

"È fatto divieto d’intrattenere rapporti con la stampa. I dirigenti possono rilasciare interviste solo nei casi in cui sia necessario fornire chiarimenti tecnico-giuridici nell’interesse del Comune". Lo scopo del regolamento è “assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di lealtà, imparzialità, diligenza e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico”.

Cosa si fa, cosa no

Lo schema di norme è stato elaborato dal responsabile della Prevenzione della corruzione e della Trasparenza, insieme con il dirigente del servizio Relazioni di governance e Politiche del personale, e successivamente trasmesso al Nucleo di valutazione che ha rilasciato il suo ok, decisivo per l’approvazione definitiva da parte della giunta.

Oltre all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social media, un ruolo chiave lo rivestono le attività formative dei dipendenti, i corsi d’aggiornamento obbligatori che includono lo svolgimento di cicli dedicati al Codice, la cui durata e frequenza sono proporzionate al grado di responsabilità dei dirigenti e degli impiegati sui temi dell'etica pubblica e sul comportamento.

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