Smart working, dal 1° aprile si cambia: obbligo accordi personali e rischio multa se non si comunica in tempo

Smart working, dal 1° aprile si cambia: obbligo accordi personali e rischio multa se non si comunica in tempo
Smart working, dal 1° aprile si cambia: obbligo accordi personali e rischio multa se non si comunica in tempo
3 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Marzo 2024, 17:03

Smart working. Si cambia. Dal 1° aprile ritornano le regole ordinarie per poter prestare servizio in modalità lavoro agile. Scadono infatti il 31 di marzo le procedure semplificate per il regime di smart per i lavoratori fragili e coloro che hanno figli sotto i 14 anni di età.

Smart working, novità da aprile

Nell'ultimo Milleproroghe sono infatti stati cassati tutti gli emendamenti per prorogare o rendere strutturale il lavoro agile per alcune categorie, sia del pubblico sia del privato. Cosa cambia? 

In sostanza si torna in tutto e per tutto agli accordi individuali. E in più bisogna prestare attenzione al rischio multe (da 100 a 500 euro).

Smart working, cosa cambia dal 1° aprile

Dal 1° aprile i datori di lavoro non potranno più accedere in modo semplificato alla possibilità di stabilire lo smart working per i dipendenti. Compresi quelli che sono in una condizione di fragilità e i genitori con figli sotto i 14 anni di età.

Il lavoro agile è normato da regole precise, per tutelare e i lavoratori e l’azienda.

In primo luogo è necessario sottoscrivere un accordo individuale per il lavoro da remoto. Diventa un obbligo da aprile. Le aziende dovranno necessariamente procedere in questo modo, pena incorrere in sanzioni.

Accordi individuali

La parola chiave diventa dunque accordo individuale. Deve essere stipulato tra azienda e lavoratore. Oltre alla tipologia di accordo - tempo determinato o indeterminato - dovrà contenere le indicazioni specifiche nel caso di alternanza del lavoro in presenza e quello da casa.

L'accordo deve prevedere specifiche regole sul luogo in cui il lavoratore potrà svolgere la propria mansione da remoto. L’azienda deve mettere al corrente il lavoratore di tutti gli strumenti da utilizzare per svolgere il lavoro da remoto, con le relative modalità di controllo.

Diritto alla disconnessione

L’accordo deve prevedere anche indicazioni a tutela dei dati e del lavoro del lavoratore e dell’azienda. Elemento da considerare, a tutela del lavoratore che presta servizio da casa è il diritto alla disconnessione, previsto dalla legge italiana, che determina che lo svolgimento del lavoro da remoto avviene secondo precise fasce orarie per garantire il corretto riposo e l’alternanza tra lavoro e vita privata al dipendente o collaboratore.

Comunicazione e multe

Le aziende che non provvedono a stipulare un preciso accordo con i lavoratori in smart working possono essere multate a partire da aprile. Obbligo del datore di lavoro è procedere entro 5 giorni massimi dall’inizio della prestazione a comunicare l’inizio del lavoro tramite il portale Servizi Lavoro secondo la procedura standard.

I titolari che non provvedono a rispettare questa regola incorreranno in una multa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. Questo dovrà essere svolto anche per lavoratori considerati soggetti fragili e per coloro che hanno figli a carico di età inferiore a 14 anni, poiché termina la deroga prevista precedentemente. Inoltre l’impresa è obbligata a procedere alla conservazione dei documenti di accordo con i lavoratori in smart working per un periodo di almeno 5 anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA