La variante inglese del Covid spaventa l'Italia. A Pescara la maggior parte dei nuovi contagi sono dovuti proprio a questo nuovo ceppo del virus che sembra essere più aggressivo anche verso i giovani e con un maggiore tasso di letalità. Preoccupa la situazione in diverse aree dell'Abruzzo dove sono state create delle zone rosse, ma il rischio che possa diffondersi a livello nazionale è concreto e spaventa.
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Per ora in Abruzzo reoccupa l'area metropolitana, dove dilaga la variante inglese, a cui, secondo le ultime stime del laboratorio di Genetica molecolare dell'Università di Chieti, è riconducibile il 65% dei contagi, percentuale in aumento rispetto ai giorni scorsi. «La variante è ora dominante», afferma il direttore della struttura, Liborio Stuppia, secondo cui nella zona serve un "lockdown duro".
La situazione è abbastanza delicata anche in Ubria e in altre regioni e questo ha messo in allerta gli esperti che temono che quanto sta accadendo nelle singole regioni possa diventare un problema nazionale. L’epidemiologo Alessandro Vespignani in un’intervista a Repubblica ha affermato che entro la fine di febbraio la variante inglese sarà quella dominante in tutta Italia. «Arriverà a essere prevalente, grazie alla maggiore capacità di infettare», ha affermato e poi ha aggiunto: «Sars-Cov-2 e la variante inglese diventeranno tutt’uno. Per i ceppi del passato ci sarà sempre meno spazio». Poi agginge: «Il ceppo britannico ci renderà la vita più dura e le misure tradizionali potrebbero non bastare». La soluzione che propone Vespignani è di mantenere l'Rt basso: «Se riusciremo a mantenerlo basso, la situazione resterà contenibile. Ma è adesso che è importante agire. Le prossime due settimane saranno quelle che probabilmente vedranno raddoppiare la prevalenza dal 25% al 50%. La curva dei nuovi positivi per il momento ci sembra piatta o quasi, ma dobbiamo stare molto in allerta. Quando vedremo i contagi risalire rapidamente, sarà troppo tardi».