Andrea Papi, ucciso da un orso in Trentino. La mamma: «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno». La compagna: «Tienimi per sempre così»

Il runner 25enne attaccato dall'animale nel bosco, il dolore della famiglia

Andrea Papi, ucciso da un orso in Trentino. La mamma: «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno». La compagna: «Tienimi per sempre così»
Andrea Papi, ucciso da un orso in Trentino. La mamma: «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno». La compagna: «Tienimi per sempre così»
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Venerdì 7 Aprile 2023, 09:02

Il runner ucciso da un orso in Trentino, una storia terribile. Orribile. Perdere il compagno di una vita. Alessia Gregori, per cinque lunghi anni fidanzata di Andrea Papi, fa ancora fatica a trovare le parole. Il suo Andrea non c’è più, come l’amore che aveva ricevuto da lui per anni. Sono poche le parole che riesce a pronunciare: «Saremmo andati a vivere insieme in autunno. L’altra sera lo aspettavo per cena con sua mamma Franca (Ghirardini il cognome della donna, ndr), dato che avremmo avuto un appuntamento. Il dolore è inimmaginabile e non riesco a trovare le parole per spiegarlo».

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La stessa che su Instagram, ieri sera, si è lasciata andare ai ricordi, pubblicando una storia insieme a lui, abbracciati durante un’escursione, arricchita da quattro semplici parole: «Tienimi per sempre così». Come lei, è scosso un intero paese. Nessuno ha avuto voglia di uscire ieri in tarda mattina, tanto grande è il dolore per l’accaduto. In diversi hanno saputo la notizia della scomparsa di Papi alle 3 di mattina, altri verso le 8.

Al civico 42 di via 4 Novembre, si affaccia al terrazzo proprio Franca. È insieme a un’altra donna, mentre scruta con aria avvilita la strada. Con loro c’è anche un cane: «Se ci fosse stato lui con Andrea, magari avrebbe distratto l’orso — esordisce — Quando è partito per la montagna l’ho salutato e gli ho detto “Ti voglio bene, ci vediamo a cena”. Lo stavamo aspettando con Alessia, ma non è tornato. Era un ragazzo d’oro, che quando aveva tempo andava a camminare con i suoi bastoncini».

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La rabbia per una tragedia forse evitabile è tanta in Ghirardini, che attacca chiaramente le istituzioni: «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno». Andrea non amava solo lo sport, bensì la vita nel suo complesso. Dopo la laurea in scienze motorie nel 2021 a Ferrara, era tornato a Caldes, diventando presidente di «Contre», un gruppo giovani che organizza nella zona feste, sagre e altri eventi. Dove ne fa parte anche l’amico, Gianmatteo Rizzi: «Era un compagno, un vicino di casa lontano due abitazioni dalla mia — ricorda — Tutti i giorni vedevo che partiva spedito verso le nostre montagne. Lo conosco da quando sono nato e per tutta la vita ci siamo dati una mano. Era inclusivo e ci coinvolgeva sempre nei progetti del gruppo giovani. Sagre, feste come quella di Pasqua, era sempre un’allegria». Un altro suo amico, Alessandro Guarnieri, lo ha visto per l’ultima volta domenica: «Eravamo al bar Caldes, ci siamo voluti ritrovare per una chiacchierata — dice — quando si è diffusa la notizia in paese ho sperato fino all’ultimo che non fosse nulla di grave». Andrea era una persona «divertente da trovare in giro, con cui passavi le ore a parlare — aggiunge — Con lui mi allenavo solo a pugilato, ma lui faceva di tutto: praticava corse in salita in alta montagna, facendo anche gare nazionali, e allenava altri nostri amici in corsi di workout (allenamenti a corpo libero, ndr). Si incontrava in alcune sale della val di Sole con loro e si allen ava in gruppo. E poi camminava, tanto da aver raggiunto le cime di qualsiasi montagna nei nostri dintorni».

Papi era una persona che «sapeva farsi voler bene, che non si arrabbiava mai e aveva 100 battute pronte — racconta ancora Guarnieri — Con Alessia erano una bella coppia da vedere, affiatati, lei ha un carattere molto simile al suo». Come lavoro, il 26enne consegnava carni, preparate dalla macelleria del titolare Franco Anselmi a Croviana, agli hotel e ai ristoranti della val di Sole: «Andrea lavorava con noi solo da dicembre, aveva un contratto stagionale — dice con la voce che trema — Un ragazzo preciso, onesto. Ho già ricevuto 30 chiamate dai miei clienti, tutti dispiaciuti per la sua scomparsa». Poi è il momento degli aneddoti: «Pochi giorni fa ci ha portato una colomba per Pasqua, perché un suo amico fa come mestiere il pasticciere — conclude Anselmi — Gli avevo chiesto di lavorare anche in questo periodo, lui mi aveva risposto di volersi riposare con le ferie maturate e che sarebbe tornato volentieri all’inizio della stagione a metà giugno». E ancora: «Tre settimane dopo averlo assunto, ho incontrato i suoi genitori, Carlo e Franca, in una pizzeria della zona — conclude — Loro mi hanno chiesto come lavorasse Andrea, io gli ho risposto “va benissimo”. Dopo quattro mesi con lui, posso dire che è stato ancora meglio di quelle prime tre settimane».

 

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