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IL DIFENSORE
«Chi sa, parli». É l'accorato appello che l'avvocato Salvatore Frattallone rivolge a chiunque la notte della vigilia di Natale si trovasse nel centro storico di Padova. Il motivo è quanto mai serio: trovare tutti gli elementi utili per dimostrare la veridicità delle parole di una ragazza di ventun anni e il responsabile dell'atrocità di cui lei si dice vittima, ossia un brutale stupro. «Giovani, studenti, anziani, turisti: chiunque può aver notato qualcosa. Anche un solo dettaglio all'apparenza trascurabile potrebbe aiutare a far luce sulla vicenda e rendere giustizia a questa ragazza distrutta, che a fatica sta ora cercando di ricominciare la sua vita» prosegue il legale della famiglia.
Per il legale tutte le piste sono aperte, ma la preponderante è quella per cui la vittima sarebbe stata drogata e resa incapace di percepire e reagire al pericolo: «Non sappiamo come, dove e quando abbia conosciuto l'aggressore. Neppure se fosse uno solo. Potrebbe anche essere stata notata e puntata la sera prima, quand'era nella stessa zona. La famiglia non si è preoccupata nel non vederla rientrare, la pensavano al sicuro con gli amici e lei stessa ha atteso fino al 28 dicembre prima di confessare tutto alla madre e recarsi al pronto soccorso». Dopo la prognosi di 30 giorni, l'ultimo dell'anno la giovane ha formalizzato la denuncia in questura ed è stata accompagnata a riconoscere il luogo del presunto stupro. Ora è tornata all'estero, dove studia e lavora. «Confidiamo nelle indagini affinché questa povera donna possa tornare a prendere in mano la sua vita - conclude l'avvocato - Sospetti? É troppo presto. Quel che conta adesso è il rispetto per la vittima e trovare ogni possibile testimone utile».
Serena De Salvador
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