Napoli, il tassista “pentito” confessa: «Così truffavo i turisti, tassametro spento e passaggi rifiutati»

Il guidatore: "Ci sono tante motivazioni che spingono a comportarsi così: la concorrenza sleale, il traffico, il mancato adeguamento delle tariffe al carovita"

Napoli, il tassista “pentito” confessa: «Così truffavo i turisti, tassametro spento e passaggi rifiutati»
di Gennaro Di Biase
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 08:50

«C’è una frangia di noi che si comporta male: si accaparra le corse turistiche “più ricche” e rifiuta i passaggi urbani che fanno guadagnare meno soldi. Ma è la minoranza. L’ho fatto anche io, e me ne pento. Qualche volta, quando il primo tassista della fila rifiuta una corsa urbana perché ha adocchiato una coppia di turisti diretta a Pompei o a Sorrento, parte uno scaricabarile tra colleghi. E in certi casi si sfiora la rissa. Ma ci sono tante motivazioni che spingono alcune auto bianche a comportarsi così: la concorrenza sleale, il traffico, il mancato adeguamento delle tariffe al carovita».

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A parlare è un tassista napoletano che, in forma anonima, racconta al Mattino, dall’interno, cosa sta succedendo alla categoria. La grande torta del boom turistico lascia spesso a spasso i cittadini e fomenta una caccia alle corse per vacanzieri, cui vengono proposte tariffe “monstre” che fruttano fino a «1200 euro a viaggio nei mini-van». «Gli escamotage per guadagnare di più sono “dimenticare” di accendere il tassametro se c’è traffico, o “scegliere” i clienti che hanno una tratta più lunga da fare». 

Si vocifera, poi, di un sit-in di protesta delle auto bianche al Beverello nei prossimi giorni. Cosa sta succedendo tra i tassisti? 

«C’è malcontento.

Le tariffe sono ferme dal 2017 e non si adeguano al carovita. Speriamo che in autunno aumentino anche le predeterminate, come abbiamo chiesto. Questo ha calmato un po’ gli animi negli ultimi giorni, ma speriamo che le promesse siano mantenute. Poi c’è bisogno di migliorare la viabilità non solo al Beverello, ma anche in stazione». 

Queste motivazioni, però, non giustificano il rifiuto di far salire passeggeri, qualora siano i primi della fila. 

«La concorrenza sleale dei taxi abusivi e la faccenda delle auto a noleggio con conducente (Ncc) hanno fatto arrabbiare tanti di noi. Me compreso: molti Ncc vengono a lavorare a Napoli dai Comuni della Campania. E non potrebbero farlo». 

Le dispiace spiegarsi meglio? 

«C’è un Comune della provincia, per esempio, che ha più Ncc autorizzati di Napoli. Le loro concessioni vengono emesse dai municipi. Insomma, le auto a noleggio con conducente arrivano in città, spesso chiamate dai b&b, e portano i turisti in Costiera, effettuando le corse più remunerative. Si prendono il meglio: i clienti delle corse “più ricche” e ci lasciano a secco. Loro non potrebbero arrivare da fuori. Anche certi hotel napoletani si comportano così: chiamano le auto a noleggio con conducente per le gite turistiche. Ce ne sono alcuni che prendono il 20% dalle corse degli Ncc». 

Una questione di soldi, insomma. 

«Sì. Accompagnare un turista a Pompei ci fa incassare 90 euro, comprese le 2 ore di attesa per la visita degli scavi. Il viaggio verso Sorrento fa guadagnare al tassista 140 euro. Ecco perché c’è chi preferisce prendere questo tipo di corse “turistiche”, piuttosto che accompagnare il cliente a Mezzocannone o alla stazione: queste ultime sono corse che, con la tariffa predeterminata, valgono appena 13 euro: è un comportamento scorretto, che porta alcuni di noi a essere sospesi». Video

Cosa comporta la sospensione? 

«È successo anche a me, ma non ne vale la pena, neppure da un punto di vista economico. Da allora cerco di comportarmi al meglio. Quando veniamo sospesi ci viene applicata una “gabbia” sul tassametro, con la scritta “fuori servizio”. E non possiamo lavorare per un lasso di tempo. Funziona così: quando un cliente cui è stata rifiutata la corsa segnala al Comune il torto subito, fornendo il numero del taxi che non ha effettuato il servizio, parte una procedura che prevede anche una dichiarazione del tassista. Questa viene poi esaminata da una commissione disciplinare, che stabilisce se multare o meno l’auto bianca. Nel ‘22, su 400 denunce, c’erano state circa 200 sospensioni. Nel ‘23 ce ne saranno molte di più. I furbi sono aumentati a causa di viabilità intasata. È un “si salvi chi può”, specialmente in stazione e al Beverello. Tanti di noi non vanno al molo perché c’è traffico: va alzata la sbarra dell’Immacolatella». 

E lei perché è stato sospeso?

«Per un fatto accaduto in stazione negli ultimi tempi». 

Che è successo?

«Ho rifiutato di far salire in taxi un cliente diretto al Vomero, anche se era il primo della fila». 

E perché lo ha fatto?

«Perché avevo adocchiato alcuni turisti che dovevano arrivare a Pompei. E li ho caricati. Questo ha scatenato anche la rabbia degli altri tassisti, perché se la corsa “ricca” tocca a un collega non è giusto che gli venga sottratta. Il cliente cui era stata rifiutata la corsa ha fatto partire una segnalazione al Comune. Poi è scattata la sospensione. Ma ci sono anche altre irregolarità, soprattutto con i turisti cui vengono fatte tariffe enormi. Di solito vengono adescati nel porto, dai taxi mini-van, che caricano fino a 8 persone per 150 euro a coppia. Diverse auto bianche, poi, non caricano i cani perché sporcano, ma non è obbligatorio. C’è chi qualche volta “dimentica” di accendere il tassametro. Le tariffe predeterminate vengono attivate su richiesta del cliente. Se questa richiesta non arriva, c’è chi usa il tassametro solo in caso di traffico». 
 

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