Matteo Di Pietro, lo youtuber interrogato: «Vorrei tornare indietro e che tutto questo non fosse mai successo»

Indagato per omicidio stradale, il ventenne è attualmente ai domiciliari

Matteo Di Pietro, lo youtuber interrogato: «Vorrei tornare indietro e che tutto questo non fosse mai successo»
Matteo Di Pietro, lo youtuber interrogato: «Vorrei tornare indietro e che tutto questo non fosse mai successo»
di Redazione web
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Martedì 27 Giugno 2023, 14:43

Matteo Di Pietro, lo youtuber ventenne indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni in seguito all'incidente di Casal Palocco in cui è morto Manuel Proietti, bambino di 5 anni, ha oggi risposto a tutte le domande del giudice nell'interrogatorio di granzia durato un'ora e mezza. «Vorrei tornare indietro nel tempo e che tutto questo non fosse successo», ha detto il giovane che era alla guida della Lamborghini, ora ai domiciliari.

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Matteo Di Pietro interrogato

Matteo Di Pietro, arrivato a piazzale Clodio con il suo difensore, ha risposto alle domande del gip Angela Gerardi. «È una tragedia per tutti - ha detto il difensore del giovane, l'avvocato Antonella Benveduti - Il mio assistito è distrutto, sono due famiglie distrutte.

In questa fase attendiamo l'esito delle consulenze tecniche disposte dalla procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del suv». All'arresto di Di Pietro si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino. 

Condotta trasgressiva

«Il tratto trasgressivo dell'indole dell'indagato» rende «indispensabile l'adozione di una misura cautelare» per «fronteggiare il pericolo di reiterazione» del reato. Nell'ordinanza cautelare, 11 pagine vergate dal gip di Roma, Angela Gerardi, viene delineato il comportamento tenuto da Matteo Di Pietro. Gli arresti domiciliari, a detta del giudice, sono la misura adeguata per il giovane che già in passato aveva messo in atto 'sfide' da postare online con il gruppo Theborderline mettendo a repentaglio l'incolumità «sua e degli utenti della strada». Una personalità definita dal magistrato «non tranquillizzante» alla luce del fatto che la sua fonte di reddito è legata alla realizzazione di video da pubblicare nel canale social che poteva contare su oltre 600 mila follower. Per il giudice «sussiste, quindi, il pericolo di inquinamento delle prove, così come ritenuto dal pubblico ministero, tenuto conto del mancato rinvenimento, all'interno della Lamborghini, delle due telecamere GoPro utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell'incidente utilizzate da uno di loro». Telecamere che forse sono state cercate dagli inquirenti nelle perquisizioni disposte pochi giorni dopo sia nell'abitazione dell'indagato, sia in quelle dei suoi amici che erano con lui sul bolide preso a noleggio, sia nella sede della società di cui era amministratore.

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