Coronavirus, le ultime notizie. Crisanti: «Inaccettabile riaprire tutto a Natale e ricominciare da capo»

Coronavirus, le ultime notizie. Crisanti: «Inaccettabile riaprire tutto a Natale e ricominciare da capo»
Coronavirus, le ultime notizie. Crisanti: «Inaccettabile riaprire tutto a Natale e ricominciare da capo»
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Martedì 17 Novembre 2020, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 10:40

Coronavirus, le ultime notizie in diretta dall'Italia e dal mondo. Mentre ieri nel nostro Paese si sono registrati oltre 27mila contagi, la situazione non è certo migliore all'estero, con gli Usa che contano oltre 247mila morti. La speranza è nel vaccino, dopo che ieri Moderna - a una settimana dall'annuncio di Pfizer - ha reso noto che il suo vaccino ha un'efficacia del 94,5%.

LA DIRETTA

Ore 10.20 Confcommercio: nuovo crollo consumi Dopo la forte ripresa registrata nel terzo trimestre, Confcommercio lancia un nuovo allarme per i consumi , scesi ad ottobre, secondo 'indice congiunturale calcolato dall'associazione dell'8,1% rispetto allo stesso mese del 2019. Il rallentamento, ha interessato in misura più immediata e significativa la filiera del turismo, servizi ricreativi (-73,2%), alberghi (-60%), bar e ristoranti (-38%).

Ore 10.01 Recovery Fund, Germania: no ai veti, siate responsabili «Chiedo a tutti, nell'Ue, di essere responsabili, no è tempo di veti ma di agire velocemente e in uno spirito di solidarietà». Lo ha dichiarato il ministro degli Affari europei tedesco e presidente di turno del Consiglio Ue, Michael Roth, prima della videconferenza Affari generali, commentando la riunione degli ambasciatori dei 27, in cui i rappresentanti di Ungheria e Polonia hanno messo il veto sul Bilancio europeo e sul Recovery Fund. «In caso di blocco - ha aggiunto Roth -, gli europei pagherebbero un prezzo alto. Restiamo impegnati a risolvere le questioni 'pendenti' al più presto». 

Ore 9.50 Usa, altri 166.045 casi e 995 morti in 24 ore Continua a correre la pandemia negli Stati Uniti, dove si sono registrati altri 166.045 casi di Covid nelle ultime 24 ore e 995 morti, secondo i dati comunicati dalla Johns Hopkins University. Il bilancio dell'epidemia nel Paese è ora di oltre 11,2 milioni di contagiati di 247.202 vittime. 

Ore 9.35 Crisanti: inaccettabile aprire tutto a Natale per ricominciare da capo «Noi stiamo imponendo un sacrificio importante agli italiani, stiamo accettando anche un sacrificio sociale, perché 500 morti al giorno sono un sacrificio sociale ed emotivo grandissimo e dietro ogni morto c'è un episodio di sofferenza grave. E poi che facciamo, riapriamo tutto a Natale, per poi fare tutto il casino, e scusate la parola, che abbiamo fatto in Sardegna questa estate e ricominciare da capo? Questo è moralmente inaccettabile. Lo dico sinceramente». È il monito lanciato dal virologo Andrea Crisanti, intervenuto oggi ad 'Agorà' su Rai3. «È vero - incalza il professore dell'università di Padova - ci sono sicuramente delle sofferenze di carattere economico, ma stiamo facendo pagare anche un prezzo sociale ed emotivo immenso a tantissime famiglie.

Sono morte 9mila persone da quando è iniziata la seconda ondata, non ce lo dobbiamo dimenticare».

«Sicuramente le misure hanno avuto l'effetto di rallentare l'andamento della curva», ha detto Crisanti. «La prossima settimana ci dirà se questa curva si è stabilizzata, se siamo in una situazione di plateau o se effettivamente scende, perché se non scende è evidente che bisogna fare qualche altra cosa». «Penso che era anche obiettivo del Governo smorzare il picco e distribuire l'impatto su un periodo più lungo per cercare di non compromettere la componente economica che si vuole preservare per dicembre. È un obiettivo che in qualche modo stanno raggiungendo - ha spiegato il docente di Microbiologia dell'università di Padova - Sicuramente» i contagi «non stanno aumentando al ritmo della settimana scorsa. Se volessimo fare le debite proporzioni e ieri avessero fatto i 210mila tamponi al giorno» consueti, avremmo altri diecimila casi e «saremmo sui 35-36mila, quindi una situazione stabile. Fra 37mila e 40mila casi siamo su una situazione stabile, sono piccole variazioni»​.

Ore 9.10 Pregliasco: siamo sul plateau, calo casi tra una settimana Quando vedremo il picco dei casi di Covid-19 in Italia? «Non ci sarà un picco: grazie alle misure adottate e al lockdown progressivo nelle regioni rosse e arancioni ad oggi stiamo vedendo un incremento non più esponenziale ma lineare. E se le cose andranno avanti così, ci aspettiamo un calo per la prossima settimana». Lo ha affermato all'Adnkronos Salute il virologo dell'Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che invita comunque a non abbassare l'attenzione. «Più lavoriamo bene adesso - spiega - più saremo sereni a Natale». Quanto alle pressioni per allentare le misure nelle regioni che hanno adottato quelle più rigide per prime, «penso che forse nelle prossime settimane potrebbe essere avviato un allentamento nelle province meno colpite. Ma ritengo sia opportuno assumere una decisione univoca e condivisa su questo tema, in modo da non generare incomprensioni», continua Pregliasco.

«Ritengo comunque che l'obbligo dell'uso delle mascherine anche all'aperto vada mantenuto almeno fino a Natale: insieme a igiene e distanziamento è infatti un'arma importante per ostacolare la diffusione del virus». Quanto alle speranze suscitate dagli ultimi annunci sui vaccini in sperimentazione, «si tratta di dati interessanti. Ma dobbiamo avere ben chiaro che questi vaccini non sono stati ancora autorizzati, e che per vedere gli effetti delle vaccinazioni dovremo aspettare dei mesi», conclude Pregliasco. (

Ore 8.55 In Russia 442 morti, mai così tanti in un giorno In Russia nelle ultime 24 ore sono state accertate 442 morti provocate dal Covid-19: si tratta del numero massimo di decessi finora registrato in un solo giorno dall'inizio dell'epidemia. Lo riporta il centro operativo nazionale anti-coronavirus. Il totale delle vittime del virus Sars-Cov-2 in Russia, stando ai dati ufficiali, sale così a 33.931. Nel corso dell'ultima giornata nel Paese sono stati registrati 22.410 nuovi casi di coronavirus, di cui 5.882 a Mosca. I contagi accertati in Russia sono in totale 1.971.013. (

Ore 8.40 Francia, Veran: iniziata decrescita dell'epidemia Il ministro francese della Salute, Olivier Véran, ha dichiarato questa mattina che «abbiamo cominciato la decrescita dell'epidemia». Intervistato da BFM-TV-RMC, Véran ha aggiunto di voler permettere ai francesi «di passare Natale in famiglia», ma non può ancora «fornire una data per la fine del lockdown».

Ore 8.30 Magrini: vaccino a metà gennaio «Gli studi fino a qui condotti dopo due-tre mesi di sperimentazione allargata sull'uomo indicano che i vaccini riescono a prevenire il contagio e quindi la malattia. E la risposta anticorpale generata è a livelli elevati in tutte le fasce di età». Lo afferma a 'La Stampà Nicola Magrini, direttore generale dell'Aifa, spiegando che un contratto di acquisto con Moderna ancora non c'è. «Ma se non lo fa l'Europa siamo già pronti a farlo noi». «I dati comunicati da Moderna sono più esaustivi dell'annuncio di Pfizer della scorsa settimana. E i dati ci dicono che sui quindicimila volontari ai quali è stato somministrato il vaccino solamente 5 hanno contratto l'infezione contro i 90 malati che si sono registrati tra gli altri 15 mila, ai quali era stato somministrato un semplice placebo. Ho potuto intravedere anche i dati della Pfizer e devo dire che sono analoghi a quelli di Moderna».

Ma quando potremo dire che saremo usciti dal tunnel? «Quando almeno il 70% delle persone sarà stata immunizzata, la soglia minima che serve a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge che impedisce al virus di circolare. Ma sarà un'operazione lunga e difficile, perché parliamo di vaccinare almeno 40 se non 50 milioni di italiani. E per ottenere una piena immunizzazione per tutti e tre i vaccini in fase avanzata di sperimentazione, i due già menzionati più quello di AstraZeneca, servirà un richiamo a distanza di 3 settimane. Quattro nel caso di Moderna. Solo il vaccino dell'americana Merk Sharp & Dohme richiede una sola somministrazione, ma non arriverà prima dell'estate prossima».

Con la prima dose si resta esposti al virus come prima? «No, perché dopo i primi 10-14 giorni si genera una prima barriera anticorpale che viene poi rafforzata dalla seconda dose». Quanto ci vorrà per arrivare all'approvazione dei magnifici tre? «Per metà dicembre mi aspetto che tutti e tre possano consegnare i dossier con i dati completi per avviare la valutazione da parte dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco. Qualche settimana per completare la revisione dei dati sarà necessaria, ma per metà gennaio potremmo arrivare a una valutazione comparativa di tutti e tre in modo da averli contemporaneamente a disposizione». Con Moderna «l'Europa deve ancora firmare l'accordo, che invece è stato sottoscritto con Pfizer per l'acquisto di 3,4 milioni di dosi, mentre con AstraZeneca c'è un contratto europeo per l'acquisto di 400 milioni di dosi, 49 destinate all'Italia. Con Moderna se l'accordo non lo fa l'Europa lo faremo comunque noi. Abbiamo già avuto contatti con il loro quartier generale».

Chi inizieremo a vaccinare? «Cominceremo dal personale sanitario, perché vogliamo che i nostri ospedali continuino a funzionare. Contemporaneamente somministreremo i vaccini agli anziani delle Rsa e alle forze dell'ordine. Poi passeremo ai granai anziani, anche se dobbiamo ancora decidere se conterà soltanto l'età o anche la presenza di altre patologie gravi. Via via sarà poi il turno di tutti gli altri. Diciamo che entro il 2021 potremmo aver coperto l'intera popolazione». «Si sta già lavorando a un piano. Con il vaccino di Pfizer che deve essere conservato a meno 70° serviranno consegne periodiche e frequenti. Per gli altri due basterà utilizzare i mezzi di cui già disponiamo perché non hanno bisogno di una catena del freddo così rigida. Poi bisognerà mobilitare tutti i centri vaccinali, otre che medici di famiglia e pediatri, ai quali dovrebbe competere anche il compito di individuare i pazienti fragili che hanno la precedenza». 

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