RESPINTA LA RICHIESTA DI PERIZIA
Il giudice ha accolto la richiesta di pena del pm Michele Trianni, titolare delle indagini sul delitto. Al processo con il rito abbreviato si sono costituiti parte civile un tutore del bimbo, che ora vive con i familiari della vittima, i genitori e i fratelli di Fjoralba Nonaj a cui il giudice ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni con provvisionali da 100 mila a 50 euro. L’imputato, che dopo l’omicidio si è costituito ai carabinieri, aveva chiesto di essere sottoposto a perizia psichiatrica sostenendo di essere incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Ma l’istanza è stata respinta dal giudice ed è arrivata la sentenza di ergastolo. Le numerose coltellate al costato, all’addome, al collo e due sul dorso non le hanno lasciato scampo a Fjoralba, addetta delle pulizie che si era innamorata del giovane marocchino.
IL COLTELLO IN TASCA
Cinque anni fa si sono sposati, poi è nato il figlio ma da tempo la relazione non funzionava piú.
Secondo quanto raccontato da alcuni conoscenti, l’uomo in passato aveva già minacciato più volte la moglie. Tensioni, litigi, la vita insieme che era diventata un inferno, fino alla decisione di Fjoralba di separarsi. Lui si è trasferito a casa di amici, lei è rimasta con il figlioletto. I due vivevano a poca distanza e la rabbia covata dall’uomo alla fine è esplosa nel modo più terribile. Incontra la moglie per parlare del futuro, ma a quell’appuntamento Bouchaib Frihi si presenta con un coltello da cucina in tasca. In pochi istanti la discussione degenera, lui si accanisce su Fjoralba davanti al figlio, lasciando la donna agonizzante sul sedile dell’auto. Il bambino viene ricoverato in stato di shock all’ospedale di Desio e ai medici ripete: «Sì, io ho visto il papà, l’ho visto».
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