Adesca il bimbo con la promessa
di una maglia da calcio: arrestato

Adesca il bimbo con la promessa di una maglia da calcio: arrestato
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Giovedì 1 Giugno 2017, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 11:08
L'AQUILA - Avrebbe intimidito un minore che lo ha denunciato per violenza sessuale. G.C., 56 anni, di Carsoli (L'Aquila) è stato arrestato dai carabinieri. A marzo l’uomo era stato raggiunto da un provvedimento di non avvicinamento al bambino sempre perché aveva tentato di parlargli. La presunta violenza si riferisce al fatto che il bambino sarebbe stato avvicinato più volte mentre era nel bar del paese e il 56enne avrebbe tentato di appartarsi con lui con l’inganno. Sempre secondo il racconto del minore l’uomo lo avrebbe anche palpeggiato ed è per questo che ha raccontato la vicenda al padre che si è deciso a denunciare l’accaduto presso la caserma dei carabinieri. Sulla base degli indizi raccolti, quindi, l’uomo è stato identificato e denunciato.

I fatti risalgo a un anno fa e, secondo le accuse, sarebbero avvenuti davanti a un bar del centro. L’uomo tra l’altro si era mostrato generoso nei confronti del bambino invitandolo a prendere qualcosa al bar. Lui stesso avrebbe provveduto anche al pagamento della consumazione per poi salutarlo. Inizialmente i genitori del bambino non avevano dato peso a questo comportamento. Successivamente però il 56enne si era offerto di regalare al dodicenne delle magliette di calcio originali. A quel punto lo aveva invitato nella sua abitazione dicendogli: «Vieni a casa mia così vedi le magliette e ti prendi quella che vuoi». Il bambino, sempre secondo la denuncia, era stato messo in guardia dal padre e non aveva accettato la proposta.

Pare infatti che l’uomo già in passato era stato coinvolto in altre vicende che lo hanno visto sotto accusa per lo stesso tipo di reati. Sarebbe stato denunciato da una convivente straniera per aver tentato di abusare della figlia minore. Il 56enne sembrava aver desistito dal tentativo dopo il rifiuto del bambino limitandosi semplicemente a continuare a osservarlo da lontano ma dopo qualche tempo ci avrebbe riprovato, cercando di avvicinarlo ogni volta che lo vedeva al bar. L’accusato è difeso dall’avvocato Paolo Frani, mentre il dodicenne dagli avvocati Luca e Pasquale Motta.
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