Il consigliere regionale Assenti: «Pazienti spostati come pedine, l'ospedale nuovo di San Benedetto nasce già dimezzato»

L'ospedale di San Benedetto
L'ospedale di San Benedetto
di Alessandra Clementi
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Martedì 4 Luglio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 12:28
SAN BENEDETTO - «La provincia di Ascoli non avrà due ospedali come qualcuno va propagandando, ma un solo ospedale su due plessi. Questo significa che alcuni servizi, reparti, specialità, saranno presenti ad Ascoli, altri a San Benedetto e bisognerebbe sapere quali». È quanto replica il coordinatore sanità per il Pd Mario Neroni al consigliere regionale Andrea Assenti, il quale ha ribadito la realizzazione del primo livello distribuito tra il Madonna del Soccorso e il Mazzoni di Ascoli. 


Due ospedali a metà 


«Il Piceno avrà un ospedale di primo livello su due plessi, metà circa ad Ascoli e metà a San Benedetto- spiega il coordinatore del circolo sanità del Pd - Per i cittadini significa che per alcune patologie dovranno rivolgersi al plesso di Ascoli e per altre a quello di San Benedetto a prescindere da dove essi risiedono. Questo significa inoltre che quando saranno ricoverati in uno dei due plessi, se avranno bisogno di indagini o procedure che non sono presenti nel plesso che li ospita dovranno essere spostati anche più volte per completare l’iter diagnostico o terapeutico. Questo succede già adesso e succederà sempre più spesso con l’avvento di tecnologie sempre più innovative che non potranno essere presenti in tutti e due i plessi. Basta pensare alla chirurgia robotica. Il personale sanitario si sentirà sicuro, gratificato e soddisfatto nel lavorare dove non mancano tecnologie e specialità, questo comporterà lo spostamento di pazienti per ottenere buoni risultati e lavorare in sicurezza». 


La discussione politica


Neroni torna a ricordare il progetto svanito di avere un unico ospedale con tutti i reparti su cui tanto aveva lavorato il Pd e lo fa sottolineando i disagi che due plessi potrebbero comportare. «I sindaci di tutti Comuni del Piceno – chiede Neroni - soprattutto delle aree interne, hanno approfondito questi argomenti, hanno informato i loro cittadini, e soprattutto sono d’accordo con questo scenario? In questo dibattito sono assenti alcuni soggetti che invece dovrebbero esprimersi».


I sindacati 


«Le organizzazioni sindacali, sempre molto attente alle sacrosante rivendicazioni a tutela dei lavoratori, si sono dimenticate degli utenti e non hanno mai fatto conoscere la loro posizione, o forse non ce l’hanno.

Così le rappresentanze scientifiche, soprattutto mediche ma anche infermieristiche e tecniche. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i dirigenti medici soprattutto delle aree chirurgiche. Dovremmo chiedere a questi soggetti se lavorare in un ospedale nuovo completo, con tutte le specialità e i servizi nella stessa struttura, sia la stessa cosa che averle in due strutture. Teniamo presente che qui si sta giocando l’efficacia e l’efficienza dell’offerta ospedaliera del Piceno per i prossimi decenni. Il malato non è né di destra né di sinistra, deve essere curato nel miglior modo possibile».

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