Marittimi prigionieri in Gambia
Marche e Abruzzo col fiato sospeso

Marittimi prigionieri in Gambia Marche e Abruzzo col fiato sospeso
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Domenica 8 Marzo 2015, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 19:46
SAN BENEDETTO - Prigionieri in Gambia, torna l’incubo marò. Due donne, un identico destino. Un destino legato dalle sorti dell’Idra Q, l’imbarcazione sequestrata in Gambia per via delle reti da pesca con le maglie più strette del consentito. Un millimetro e due la differenza: 68,8 quelle a bordo dell’imbarcazione contro i 70 concessi dalla legge in quelle acque dell’Atlantico.



Acque lontane da casa, vicine alle coste del Senegal, Paese d’origine di Sofia. E' la moglie di Massimo Liberati, il direttore di macchina sambenedettese, finito in carcere lunedì scorso. Con lui, dietro le sbarre, anche il comandante Sandro De Simone di Silvi, città in cui lo aspettano i figli e la consorte Gianna che, ieri, ha deciso di rompere il silenzio con un’intervista al Tg5: ha deciso di lanciare un appello al premier Renzi e al ministro degli Esteri affinché le riportino a casa il marito. Negli occhi il coraggio della disperazione.



Una cella di tre metri per quattro con all’interno quindici criminali ordinari. Persone che si sono macchiate dei più disparati delitti. Con loro si trovano rinchiusi i due marittimi. Con loro trascorrono ogni ora del giorno. In carcere Liberati e De Simone ricevono il cibo da un’agenzia contattata dagli armatori, l’Italfish di Martinsicuro. A rappresentare la società, in Gambia, c’è Federico Crescenzi, figlio di Santino, storico marittimo della città truentina. Da giorni è nella città di Banjul per seguire l’evolversi della vicenda e per tentare (senza successo) di parlare con i due marittimi.



Intanto, si apprende che Domenico Fornara, vice ambasciatore d’Italia a Dakar (Senegal), responsabile per il Gambia, sarà oggi a Banjul per visitare in carcere Sandro De Simone e Massimo Liberati, i due pescatori italiani arrestati dopo il sequestro della nave sulla quale erano imbarcati per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete. Lo si è appreso da fonti diplomatiche.



Appena informata della vicenda dei due connazionali, condannati a un mese di detenzione e al pagamento di una multa, l’Ambasciata italiana in Senegal si è subito attivata per fornire loro assistenza interessando del caso il ministero degli Esteri del Gambia al fine di trovare una soluzione positiva in tempi brevi. Si è appreso, inoltre, che il Console onorario a Banjul ha visitato in carcere i due pescatori il 5 ed il 6 marzo.



Il silenzio che fino a ieri arrivava da Banjul era tutt’altro che confortante. Mancavano, infatti, notizie sulle condizioni di Massimo Liberati e Sandro De Simone, così come continuano a essere poco chiari i dettagli sulle vere motivazioni che hanno portato al sequestro della nave prima e all’arresto del comandante e del direttore di macchina poi.
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