Tre colpi mentre fa jogging. Così è stata stroncata la vita di Antonio, 51 anni, papà e carabiniere dai troppi misteri

La scientifica sul luogo del delitto. Nel riquadro Antonio Cianfrone, il carabiniere freddato da tre colpi
La scientifica sul luogo del delitto. Nel riquadro Antonio Cianfrone, il carabiniere freddato da tre colpi
di Gianni Bernardi e Luigi Miozzi
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Giovedì 4 Giugno 2020, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 08:58

SPINETOLI - Una esecuzione in piena regola. Tre colpi sparati con una pistola di piccolo calibro in rapida successione lo hanno colpito al corpo mentre stava facendo jogging senza lasciargli scampo. L’ex vice comandante dei carabinieri di Monsampolo, Antonio Cianfrone, è stato ucciso in un agguato compiuto ieri mattina tra le 8.30 e 9 sulla pista ciclabile di Pagliare da due killer in sella ad una motocicletta e con il volto coperto dai caschi. Subito dopo si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. 

La vittima
Fisico atletico, spesso in palestra e in giro a bordo di auto di grossa cilindrata, la vittima, 51 anni originaria di Chieti, era stato stato sospeso dal servizio cinque anni fa dopo l’arresto per una brutta storia di tangenti e falsi incidenti stradali. Il sottufficiale era coinvolto anche in un’inchiesta sui permessi di soggiorno. Sposato e divorziato, padre di due figli, da qualche tempo aveva deciso di trasferirsi da Monsampolo del Tronto, dove aveva ricoperto l’incarico di vice comandante della stazione dei carabinieri, prima della rimozione per l’inchiesta della magistratura, a Pagliare del Tronto. 

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Le testimonianze 
Fondamentali per le indagini che sta conducendo il procuratore della Repubblica di Ascoli Umberto Monti a stretto contatto con il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Ciro Niglio, saranno le testimonianze di coloro che ieri mattina si trovavano a passare lungo la pista ciclabile quando è stato compiuto l’agguato. È stata una donna a rendersi conto di quello che era accaduto e a chiamare i soccorsi. Antonio Cianfrone era a terra sanguinante ma ancora vivo; il suo cuore purtroppo ha cessato di battere poco dopo. Un’altra che stava facendo jogging insieme con una amica ha riferito di aver visto uno dei due malviventi, con il volto coperto dal casco dalla corporatura robusta e forse con i capelli lunghi, uscire da una via laterale e esplodere i colpi letali prima di risalire sulla moto. Da queste e da altre testimonianze gli inquirenti stanno cercando di ricomporre la dinamica dell’omicidio e mettere insieme tutta una serie di elementi che possano consentire di individuare gli esecutori materiali del delitto tanto che sia il procuratore Monti che il comandante Niglio hanno invitato quanti possano aver visto qualcosa a recarsi dai carabinieri per fornire un aiuto concreto all’attività investigativa. 

L’arma del delitto 
Nel frattempo, l’area circostante a dove è stato freddato Cianfrone è stata posta sotto sequestro e sono scattati i sopralluoghi del nucleo investigativo e del reparto scientifico dei carabinieri per cercare eventuali tracce biologiche o genetiche. Una di queste che potrebbe rivelarsi decisiva è proprio quella relativo all’arma che è stata usata. Dalle prime risultanze investigative, sembra che sia stata utilizzata una pistola di piccolo calibro ma per averne la certezza bisognerà attendere che vengano svolti l’autopsia sul corpo del cinquantunenne e l’esame balistico. Nelle prossime ore la Procura affiderà l’incarico agli esperti e solo dopo la relazione dell’anatomopatologo si conoscerà con certezza il numero di colpi andati a segno. Intanto, l’attenzione degli inquirenti è rivolta in questa fase a ricostruire l’agguato. Per questo motivo sono state acquisite tutte le immagine delle telecamere di videosorveglianza presenti in una vasta area intorno al luogo del delitto che potrebbero aver ripreso la motocicletta con i due killer in sella e individuare il percorso degli assassini.

La fuga
Una prima ipotesi è che i due possano aver utilizzato una delle strade laterali per raggiungere la pista ciclabile di Pagliare che si trova immersa nella vegetazione a pochi passi dal fiume Tronto. Decisivi potrebbero rivelarsi i tabulati delle celle telefoniche dei ripetitori dei cellulari. Anche questo materiale è stato acquisito e ora viene passato al setaccio dagli esperti dei carabinieri che cercheranno di individuare le persone che erano presenti in quella zona al momento dell’omicidio e magari trovare anche una traccia degli assassini. Un aiuto importante, infine, potrebbe arrivare anche dallo smartphone che Cianfrone aveva con se. L’ex vice comandante dei carabinieri di Monsampolo stava utilizzando una applicazione installata sul suo cellulare per registrare l’attività sportiva: da quella si potrà risalire al tracciato che aveva fatto, ai chilometri che aveva percorso ed anche al momento esatto in cui è avvenuto l’omicidio. Intanto la caccia ai killer continua.
 

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