Il Coronavirus arriva con l'aereo: in tredici dal Bangladesh nelle Marche: due sono positivi e uno manca all'appello. Preoccupano i contatti

Il Coronavirus arriva con l'aereo: in tredici dal Bangladesh nelle Marche: due sono positivi e uno manca all'appello. Preoccupano i contatti
Il Coronavirus arriva con l'aereo: in tredici dal Bangladesh nelle Marche: due sono positivi e uno manca all'appello. Preoccupano i contatti
di Nino Orrea
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Giovedì 9 Luglio 2020, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 02:34

ASCOLI - Dopo più di cinquanta giorni (l’ultimo caso risale al 16 maggio scorso) di assoluta tranquillità con nessun contagio al Covid-19, tornano a crescere i positivi nella provincia di Ascoli. Si tratta di due cittadini del Bangladesh, fermati lunedì, insieme a un loro connazionale e sottoposti alla prova del tampone. Purtroppo, per due di loro l’esito è stato positivo.



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Tutto è partito dal 17 giugno, giorno nel quale è atterrato all’aeroporto di Fiumicino l’aereo con centinaia di persone provenienti proprio dal Bangladesh. Al loro arrivo, le autorità sanitarie dello scalo intercontinentale, hanno segnalato alle regioni di residenza la provenienza dal paese asiatico delle persone. Tredici in tutte le Marche delle quali tre a San Benedetto dove alloggiano in una via del centro. Altri 9 sono stati rintracciati e testati, ma uno manca all'appello. E l'indagine sui loro contatti appare difficoltosa. 
 
La segnalazione
Solo che la segnalazione delle autorità sanitarie aeroportuali è arrivata solo qualche giorno fa e non appena ricevuta la comunicazione, il Dipartimento di Prevenzione si è allertato per individuare i tre soggetti. L’altro ieri tutte e tre le persone sono state individuate e sottoposte alla prova del tampone che ha dato esito positivo. Trattandosi di soggetti asintomatici, sono stati posti in isolamento domiciliare per quattordici giorni e controllati quotidianamente dal personale del Dipartimento di Prevenzione. Dallo stesso Dipartimento fanno sapere che il cluster è stato subito individuato e isolato, ma sui contatti avuti dai due bengalesi in questi venti giorni ci sono molti punti interrogativi. 
Gli interrogativi
Il primo è rappresentato dalla difficoltà di rapportarsi con loro per problemi linguistici. Il secondo, forse, il più importante, è che sulla veridicità delle dichiarazioni dei due soggetti, in particolare, sui contatti avuti in questi venti giorni, c’è più di un dubbio. E, questo, rende molto più difficile risalire alla catena dei contatti. Anche perché c’è da chiarire il tipo di attività svolto da queste due persone in questo caso le loro dichiarazioni potrebbero non corrispondere al vero. Insomma, una situazione che fino all’altro ieri nessuno poteva immaginare stante lo zero nella curva dei contagi da più di quaranta giorni. Sembrerebbe, ma qui il condizionale è d’obbligo, che qualche tampone sia stato fatto anche a soggetti residenti ad Ascoli. Su questo punto non ci sono conferme, trattandosi di indiscrezioni. Certo, che la situazione venutasi a creare nell’Area Vasta 5, sta preoccupando e parecchio la popolazione residente, anche se dal Dipartimento di Prevenzione arrivano notizie tranquillizzanti. 
La calma
«Appena ci è giunta la notizia degli arrivi dei bengalesi nel nostro territorio – spiega al riguardo il direttore del Sisp del Dipartimento di Prevenzione, Claudio Angelini – ci siamo subito allertati, individuando i soggetti provenienti dal Bangladesh e isolando il cluster. Per vedere quale impatto hanno avuto questi due soggetti in fatto di possibili contagi, bisognerà attendere quattordici giorni. Solo allora potremo essere più precisi. Secondo noi – continua Claudio Angelini – non dovrebbero esserci impatti sulla popolazione indigena, però, è opportuno attendere le due settimane per fare una analisi più precisa. Raccomandiamo ancora una volta alla popolazione residente, anche se si tratta di contagi di importazione, di osservare scrupolosamente le misure di prevenzione, cioè, l’uso della mascherina, il rispetto del distanziamento e il lavaggio delle mani.

Così, come invitiamo i bagnanti, in maniera generalizzata e senza fare allarmismi, a non acquistare merce dagli ambulanti che dovessero trovarsi sulle spiagge».

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