ASCOLI - Si è tenuto ieri mattina all’ospedale Mazzoni un prelievo di organi su una giovane per la quale è stata accertata la morte cerebrale. Della commissione medica ne hanno fatto parte un rianimatore, un medico legale, un neurologo e un tecnico di neurologia.
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Come vuole la prassi, la diagnosi di morte si esegue con un elettrocardiogramma in maniera continuativa per 20 minuti, come esprime la legge 578/93 (morte accertata con criteri cardiaci).
Occorre poter escludere con certezza intossicazioni da medicamenti o patologie che possono simulare la morte e rendono impossibile una corretta diagnostica della morte cerebrale; secondariamente si controlla se tutte le funzioni del cervello e del tronco cerebrale sono davvero cessate. A tale scopo, due medici specialisti ricorrono a test clinici per determinare se i riflessi basilari regolati dal cervello continuano a funzionare. Se nessuno dei test provoca un riflesso, il cervello ha cessato di funzionare e pertanto la persona è deceduta. Il tempo di osservazione per l’accertamento della morte cerebrale è stato di sei ore come sancisce un apposito decreto ministeriale.
Al termine di questo lasso di tempo le equipe chirurgiche giunte ieri mattina al Mazzoni da più parti d’Italia hanno iniziato il prelievo degli organi. Cuore, polmone e cornea sono stati trasferiti e impiantati a pazienti del Nord i due reni invece sono rimasti nelle Marche. Il trapianto di organi per alcune malattie gravi è l’unica cura che permette di sopravvivere (trapianto di cuore, fegato, polmone), o che migliora la qualità della vita (trapianto di rene nei dializzati, di intestino per chi si nutre solo per via endovenosa). Anche il trapianto di tessuti (cornee, cute, muscolo-scheletrico…) può salvare la vita. Un grosso riconoscimento va ai genitori della vittima perchè pur nel dolore hanno compreso l’importanza della donazione, una scelta di vita.