Ingoia un utensile per uscire dal carcere poi si rifiuta di rientrare e picchia gli agenti

Il carcere di Marino del Tronto
Il carcere di Marino del Tronto
di Luigi Miozzi
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Sabato 9 Marzo 2024, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 08:26

ASCOLI Ancora un episodio di violenza all’interno del carcere di Marino del Tronto. Un detenuto di origine magrebina, giovedì scorso, è stato condotto presso l'ospedale di Ascoli Piceno dopo che aveva ingerito volontariamente una punta di trapano.

Il trambusto

Giunto al pronto soccorso del nosocomio ascolano, per essere sottoposto ad accertamenti strumentali, l’uomo ha iniziato a dare in escandescenze e manifestando comportamenti violenti che hanno provocato paura tra gli altri pazienti presenti negli ambulatori e mentre i medici erano impegnati in altre visite. Grazie alla prontezza e alla professionalità degli agenti è stato possibile evitare che la situazione degenerasse ulteriormente.

Il rifiuto

Dopo la visita medica, l’uomo è stato riportato all'interno della casa circondariale ma si è rifiutato di rientrare nella propria cella.

Ha quindi iniziato ad aggredire gli agenti della Penitenziaria scagliandosi contro colpendoli e sputando contro di loro: accompagnati al pronto soccorso del Mazzoni, dopo essere stati visitati sono stati dimessi con tre giorni di prognosi.

Il precedente

Il detenuto era giunto nel carcere di Ascoli proveniente da un altro penitenziario dove si era reso protagonista di aggressioni ai danni del personale in servizio. Al momento del suo arrivo, si era scagliato contro gli agenti fu poi visitato in ospedale dal momento che lamentava forti dolori addominali. La radiografia a cui era stato sottoposto aveva riscontrato la presenza della punta di trapano. «L’Istituto Ascolano nel giro di pochi giorni è stato teatro di molteplici aggressioni con conseguente ripercussioni sull'organico – commenta Salvatore De Blasi, segretario provinciale Osapp - ormai gli agenti sono costretti a turni massacranti, mentre la classe politica e dirigenziale a livello distrettuale e nazionale è latitante. Un plauso va ai colleghi che nonostante la difficile situazione svolgono il servizio con professionalità».

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