Boretti chiude dopo 72 anni: è lo storico negozio di tessuti di una storia tutta da raccontare

Boretti chiude dopo 72 anni: è lo storico negozio di tessuti di una storia tutta da raccontare
Boretti chiude dopo 72 anni: è lo storico negozio di tessuti di una storia tutta da raccontare
di Cristiano Pietropaolo
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Martedì 1 Marzo 2022, 09:22

ASCOLI - Dopo ben 72 anni di attività ha chiuso definitivamente lo storico negozio di tessuti e di biancheria per la casa Boretti di via Giudea. L’attività è nata grazie a Ledo e Boretto Boretti, originari della Toscana. Nel 1922, erano entrambi ambulanti e si recavano spesso nelle Marche, soprattutto a Macerata, per vendere i loro tessuti. Capitarono anche ad Ascoli e rimasero stupefatti dalla bellezza della città per cui decisero di aprire un negozio. Partirono da via Pretoriana.

Successivamente, la loro attività si trasferì in via Giudea 23, dove è rimasta fino ad oggi.

Dopo la morte di Boretto, nel 2008, e di Ledo, l’anno successivo, subentrarono i figli Zelindo e Massimo. Infine il solo Zelindo, affiancato dalla moglie Laura, ha portato avanti la prestigiosa attività, unica nel suo genere per la vendita di tessuti e di biancheria pregiata. Un altro pezzo di storia che chiude definitivamente i battenti dopo tante altre che l’hanno preceduta.

«In questa strada, così stretta, stanno nascendo altri due cantieri e con questa impalcatura che c’è già ho diversi problemi. Una persona che viene qui da corso Trento e Trieste e vede tutto questo, qui non ci passa più. Inoltre, a breve anche un altro cantiere verrà aperto nella vicina piazza Viola - spiega Zelindo Boretti. - A parte i problemi della pandemia ed ancora prima del terremoto, che già c’erano, si sono accumulate diverse situazioni che ci hanno spinto alla chiusura e anche la questione della scomparsa delle sarte ha influenzato la nostra decisione. Dal 2010 è stata tutta una discesa, ma negli anni Ottanta e Novanta questo era un negozio che lavorava molto, sia al dettaglio che all’ingrosso e la schiena ce la rompevamo volentieri - racconta. - Se si va in giro per la città, si nota che tante storiche attività hanno chiuso i battenti. Troppi balzelli non aiutano in nessun modo; mi dispiace che le cose siano andate così. Per quanto riguarda il futuro, ancora non abbiamo programmi. Ci guardiamo intorno perché la mia pensione non è certamente così ricca. Con questi venti di guerra abbiamo pensato che era meglio andarsene adesso. C’è stato qualcuno che, dopo venti anni che non metteva più piede qui, è tornato, dicendosi dispiaciuto per la nostra chiusura, ma non avendoli più visti per tanto tempo, la cosa è sembrata parecchio strana mentre i nostri clienti storici sono realmente dispiaciuti per questa nostra scelta. In questa città abbiamo sempre partecipato al Carnevale insieme al compianto Ottorino Pignoloni, ma speriamo di tornare a partecipare nei prossimi anni» conclude Zelindo.

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