Stop agli aiuti per 75 famiglie terremotate, è caccia agli alloggi ad Ascoli. Ma è difficile trovarli a prezzi calmierati

Stop agli aiuti per 75 famiglie terremotate, è caccia agli alloggi ad Ascoli. Ma è difficile trovarli a prezzi calmierati
Stop agli aiuti per 75 famiglie terremotate, è caccia agli alloggi ad Ascoli. Ma è difficile trovarli a prezzi calmierati
di Luca Marcolini
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Sabato 23 Dicembre 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 07:21

ASCOLI - Dopo oltre 7 anni, per diverse famiglie ascolane dopo il 31 marzo 2024 si chiuderanno i rubinetti dei Cas, ovvero i Contributi di autonoma sistemazione. E non si tratterà di un pesce d’aprile, bensì di un provvedimento resosi necessario anche per una razionalizzazione dei fondi post sisma che, dopo questo lungo periodo di finanziamenti su più fronti, si rende necessaria per razionare e focalizzare le risorse sulla conclusione della ricostruzione.

E, quindi, anche per velocizzare la presentazione dei progetti e sbloccare gli interventi di sistemazione degli edifici, considerando che di acqua, sotto i ponti, ne è passata tanta. Forse troppa. Nessuno, a questo punto, può più aspettare con calma di sbloccare contributi e interventi (complice sicuramente anche la complessità delle procedure) contando ancora a lungo sul paracadute dei Cas. Il problema tangibile con lo stop al contributo si prospetterà ad Ascoli, nello specifico, per 75 famiglie (il 12%) delle 620 che a novembre hanno rinnovato o chiesto per la prima volta i Cas grazie al grande lavoro di assistenza e aiuto nelle procedure messo in campo, su input del sindaco Marco Fioravanti e supervisione dell’assessore delegato Massimiliano Brugni, da parte di tutti i dipendenti dell’Ufficio Cas dell’Arengo.

Stop per gli inquilini

In uno scenario complessivo della ricostruzione molto ampio, come appena annunciato dal commissario per il sisma Guido Castelli, adesso, pur potendo contare su un miliardo e mezzo governativo, si dovrà un po’ tirare la cinghia e finalizzare i soldi disponibili alla conclusione degli interventi di messa in sicurezza degli edifici.

E da questo punto di vista, oltre a mettere scadenze perentorie per la presentazione dei progetti (entro il 31 dicembre per chi percepisce i Cas, con il rischio della sospensione dei contributi), si è pensato di andare a stoppare i Cas per chi, in realtà, già prima del terremoto pagava di tasca propria un canone di affitto. Cosa che non accadeva, invece, per chi abitava in una casa di proprietà. Nello specifico, il dato monitorato dall’assessore Brugni attraverso i dipendenti dell’Ufficio Cas dell’Arengo, individua un numero di famiglie che perderà il beneficio, nella città di Ascoli, intorno al 12% del totale degli aventi diritto. Ovvero 75 dei 620 nuclei familiari che sono attualmente beneficiari.

Caccia agli alloggi

Di certo, per questi nuclei familiari - che in questi anni per il disagio subito hanno potuto evitare di pagare il canone di affitto, come avveniva prima del sisma – si tratterà ora di capire se si riuscirà ugualmente a sostenere il canone di affitto delle abitazioni temporanee, finora coperto coi Cas, oppure se si renderà necessario reperire alloggi con canoni più bassi. Cosa non semplice in questa fase. Dal punto vista economico, considerando che l’esborso mensile per i Cas solo in città è intorno ai 500mila euro, con questa operazione da aprile 2024 si andranno a risparmiare circa 60mila euro al mese (detraendo circa il 12%). Ovvero 720mila euro in un anno solo ad Ascoli.

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