Ascoli, Sgarbi illumina Caravaggio e fa il parallelo con Pier Paolo Pasolini. Notte magica al Ventidio Basso

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
di Filippo Ferretti
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Lunedì 19 Luglio 2021, 04:50

ASCOLI - Nel capoluogo piceno ormai lui è di casa, perché da almeno tre decenni è testimonial dei più importanti momenti legati alla cultura in città. Questa volta Vittorio Sgarbi, critico d’arte, storico, saggista, politico e opinionista, come era già accaduto in passato, è protagonista di una conferenza-spettacolo riservata ad un tema importante dell’arte, affrontando stavolta l’assoluta maestrìa di Caravaggio. Accadrà nell’ambito della quarta edizione ascolana de “La Milanesiana”, la rassegna creata e diretta da sua sorella Elisabetta dove, stasera al teatro Ventidio Basso, trasporterà gli spettatori di Ascoli nell’universo dello straordinario pittore vissuto a cavallo tra il ‘500 e il ‘600.

 

Una serata voluta per sottolineare ancora una volta l’unicità e la grande contemporaneità dell’arte di un Genio, che ha cambiato la storia della pittura attraverso anche un modo inedito di creare la luce. Aiutato dalla regia di Angelo Generali, le immagini del visual artist Tommaso Arosio e la musica dal vivo eseguita dal violinista Leonardo Mazzarotto, Sgarbi tiene una vera e propria “lectio magistralis” sui capolavori di Caravaggio, la cui riscoperta è stata un fenomeno recente. Uno spettacolo dedicato ad un assoluto maestro che, per primo, portò nelle sue opere corpi inerenti al quotidiano – tra ladri e prostitute - allontanandosi dalla perfezione che la pittura del suo tempo poneva invece al centro delle opere. Un appuntamento che nel mostrare i punti di contatto tra i reietti dell’epoca ritratti da Caravaggio e gli emarginati del ‘900, arriva a citare Pier Paolo Pasolini, con confronti tra il pittore e il regista-scrittore, mettendo in ballo le scene pittoriche del primo ed i personaggi creati dal secondo. «Il parallelismo tra le vite di questi due artisti nasce puntando l’attenzione sulla rivalutazione di Caravaggio, cominciata nel ‘900 ad opera di Longhi, anche maestro di Pasolini» spiega Vittorio Sgarbi, confessando di aver avuto lui stesso questa intuizione iniziale.

Un confronto che durante la serata si fa sempre più avvincente, portando il critico d’arte a ritrovare in opere quali “Ragazzo morso da un ramarro” e “Fanciullo con canestro di frutta”, i volti degli attori Ninetto Davoli e Franco Citti. Addirittura nel quadro “Amor vincit Omnia” riconoscendo il volto irriverente dell’assassino di Pasolini, Giuseppe Pelosi. Insomma, una conversazione in cui l’istrionico protagonista condurrà i presenti negli strati più spogli dell’umanità di ogni tempo, partendo dalla vita e dalla pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi. Vittorio Sgarbi ha portato ad Ascoli in questi mesi, a Palazzo dei Capitani, 80 opere tra le più significative tra quelle custodite all’interno dell’immenso patrimonio creato dai suoi genitori. Un viaggio lungo 4 secoli, che va dalla metà del ‘400 alla metà dell’800 e che vede coinvolti nomi particolarmente legati alle Marche, come Cola Dell’Amatrice, Lorenzo Lotto, ma anche tanti lavori realizzati da maestri di fama: come Guercino, Lorenzo Lotto, Niccolò dell’Arca, Guido Cagnacci, Hayez. Si tratta della mostra “La Ricerca della bellezza”, evento che sino alla fine dell’estate 2022 offrirà una porzione importante delle opere presenti nella “Collezione Cavallini –Sgarbi”. 
 

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