Task force per rilanciare la necropoli longobarda. E c'è un progetto per mettere in rete i siti dell’Ascolano

Il convegno sui Longobardi
Il convegno sui Longobardi
di Marco Vannozzi
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Venerdì 5 Maggio 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 10:55

ASCOLI - La necropoli longobarda di Castel Trosino tornerà a brillare. Sarà firmato nelle prossime settimane un accordo di programma tra Arengo, Soprintendenza archeologica e tutti gli enti interessati: saranno poi anche coinvolti il Museo delle civiltà e l’università di Bologna.

L’obiettivo è arrivare al recupero del Parco archeologico nel corso del 2024. Le parti si stringono la mano in occasione del convegno «Sulle orme dei Longobardi fra Marche e Umbria. Ascoli, Castel Trosino, Spoleto», in programma da ieri e fino a domani. «Dobbiamo presto restituirlo alla città. Nell’intesa vogliamo anche prevedere i termini per cui tutti i più recenti reperti possano confluire nell’ampliamento del Museo dell’Alto Medioevo al Malatesta», afferma l’archeologo Andrea Staffa, curatore scientifico del convegno. «Nel 2000 ho progettato il Parco con Franco Laganà: so bene come è fatto. La Soprintendenza detterà le linee guida. Il patrimonio archeologico di Ascoli è importante» aggiunge Staffa. 

Ma c’è di più: come a Castel Trosino anche in altri luoghi dell’Ascolano si trovano necropoli longobarde. «Una a Rocca di Morro nel comune di Folignano, una a Selva degli abeti, sulla strada per Venarotta – prosegue Staffa -. In ambito urbano invece c’è la più grande: si trova intorno alla chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, ha fasi tardo-antiche e bizantine. Conserva di sicuro oggetti molto preziosi ai quali dobbiamo prestare attenzione. Nel cuore della città potrebbe esserci la più antica necropoli longobarda». Per il Parco archeologico di Castel Trosino arriva l’assist da parte dell’Arengo. «Sono previsti interventi per rimediare ai danni causati dagli eventi atmosferici del 2017: ci sono stati movimenti del terreno che hanno reso il percorso non agevole – spiega Stefano Papetti, direttore dei musei civici -. L’amministrazione comunale, attingendo a fondi ministeriali, ha già recuperato i finanziamenti per rendere agibile il luogo e corredare la visita con apparati didascalici, in modo da creare diverse suggestioni. I visitatori potranno non solo osservare cosa è rimasto, ma rivivere anche l’emozione dello scavo». 

Novità in vista per il museo dell’Alto Medioevo, ospitato all’internmo del Forte Malatesta. Papetti annuncia i prossimi traguardi. «Abbiamo stipulato un accordo con il museo di Roma: prevediamo un ulteriore arrivo di reperti longobardi provenienti da Castel Trosino. Il nostro capoluogo si candida a ospitare anche i nuovi rinvenimenti negli scavi ascolani – afferma il professore -. Stiamo lavorando inoltre a un progetto multimediale, grazie a fondi trovati dall’amministrazione comunale, al fine di rendere esperienziale la visita. Vogliamo offrire l’immagine di Ascoli Longobarda non solo attraverso i reperti esposti nelle vetrine: hanno un linguaggio antico e non a tutti accessibile. Abbiamo intenzione di dare una svolta più attrattiva e coinvolgente soprattutto per i giovani». 

E il sindaco Marco Fioravanti indica la direzione: «Si apre oggi una nuova stagione – spiega -. La necropoli di Castel Trosino è di grande prestigio. Vogliamo valorizzare a livello culturale il racconto della storia dei longobardi nel nostro territorio. E attraverso questa narrazione possiamo attirare sempre più turisti e appassionati». Curiosa la storia della necropoli di Castel Trosino. Fu scoperta per caso una mattina dell’aprile 1893. Un contadino, Salvatore Pignoloni, precipitò in una buca con il suo aratro: da lì vennero fuori antiche ossa e una serie di oggetti molto preziosi. Dopo gli scavi emersero circa 239 tombe con 240 scheletri. Il tesoro fu portato a Roma per essere studiato. E da quel momento divenne la parte essenziale del museo dell’Alto Medioevo nella capitale. 
 

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