ANCONA - «Stabilizzare i precari subito». È quanto chiede la Rappresentanza sindacale unitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, paventando, in caso contrario, ripercussioni non soltanto sui nuovi servizi attivati proprio grazie ai tempi determinati, ma su tutta l’attività assistenziale dell’ospedale regionale di Torrette. Infatti, fa notare la Rsu, al 31 dicembre 2022, su un totale di circa 3.100 dipendenti del comparto sanitario, 500 risultano assunti con un contratto a termine che scadrà il prossimo 30 aprile.
Le ripercussioni
«L’eventuale mancato rinnovo, non soltanto avrà ripercussioni sulla vita di 500 famiglie, ma anche sull’efficienza del personale restante che, già pesantemente stressato dall’emergenza pandemica, si troverà ad essere sottoposto, come per altro già in parte accade, a doppi turni, salti di riposo e prestazioni aggiuntive».
L'altro fronte
E poi c’è un altro problema. La stabilizzazione passa da due vie. La prima è quella del bando per il personale Covid: l’Azienda l’ha revocato dopo che il decreto Milleproroghe ha accolto gli emendamenti che estendono fino al 31 dicembre 2024 la possibilità di maturare il requisito di aver effettuato almeno 18 mesi di servizio per partecipare. «Un paradosso – osserva la Rsu -, perché oltre al fatto che così il bando è stato rinviato a data da destinarsi, scadendo i contratti il 30 aprile, molti non faranno comunque in tempo a maturare il requisito». L’altra è la legge Madia, che prevede la stabilizzazione di tutto il personale che ha effettuato almeno 36 mesi di lavoro a tempo determinato. Relativamente a questa, l’Azienda è uscita con un bando il 23 febbraio, escludendo però 25 lavoratori del personale di supporto provenienti dall’ufficio per l’impiego con già alle spalle 5 o 6 anni di precariato. «Siccome la legge Madia non prevede l’esclusione di tali figure – riferisce la Rsu – e prova ne è che molte aziende sanitarie, sia regionali sia nazionali, le hanno legittimamente stabilizzate, abbiamo chiesto lumi all’assessore Saltamartini che però non ci ha mai risposto. Perciò ora gli invieremo le quasi 400 firme raccolte all’interno di tutti i reparti per chiedere la loro ammissione al bando».
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