Bagni solo ai clienti, chi porta dolce da fuori deve pagare. Bar e ristoranti nel mirino dei turisti

Il lungomare di Senigallia. Bagni solo ai clienti, chi porta dolce da fuori deve pagare. Bar e ristoranti nel mirino dei turisti
Il lungomare di Senigallia. Bagni solo ai clienti, chi porta dolce da fuori deve pagare. Bar e ristoranti nel mirino dei turisti
di Sabrina Marinelli
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Sabato 8 Agosto 2020, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 23:23
SENIGALLIA - Penali sulle torte che non vengono preparate dal cuoco del ristorante e bagni dei bar vietati ai clienti. Tormentoni degli ultimi giorni che stanno portando cittadini e turisti a lamentarsi, rivolgendosi sempre più spesso al Comune, ai vigili urbani o al sindaco direttamente. Si tratta però di scelte imprenditoriali, volte principalmente all’accoglienza, su cui ente e forze dell’ordine non hanno competenza. 

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Il dolce “salato”
Alcuni ristoranti fanno pagare un extra sulle torte che i clienti fanno recapitare dai propri pasticceri di fiducia. Non tutti però lo fanno. Molti offrono il servizio del taglio della torta e il successivo lavaggio delle stoviglie come segno di cordialità. In un caso invece per la festa di compleanno di una 18enne sono stati chiesti 4 euro per ogni fetta tagliata e 2 per ogni cucchiaino. La torta la festeggiata aveva scelto di farla recapitare dal suo pasticcere al ristorante, che si sarebbe dovuto fare carico di tagliarla, portarla a tavola e poi lavare bicchieri e piatti utilizzati. Un costo anche per il ristoratore che, come sottolinea Confartigianato, corre dei rischi somministrando nel suo locale alimenti preparati da altri. Ma se sceglie di farlo dovrebbe chiedere cifre ragionevoli visto che, di fronte ad alcune decine di festeggiati, il costo diventa notevole. 


Il rischio 
«Può rappresentare un problema di natura alimentare prendere qualcosa fatto da un altro – spiega Giacomo Cicconi Massi, segretario di Confartigianato - in quanto se ci si sente male poi diventa difficile tracciare le responsabilità. Per cui potrebbe essere più giusto che il ristoratore eviti di farlo». Soprattutto in questo periodo c’è chi si rifiuta per via del Covid. Nel caso però dovesse accettare di farlo per andare incontro al cliente? «Dal momento che accetta di fornire questo servizio al cliente – prosegue Cicconi Massi - applicare penali, per altro così alte, mi sembra incredibile. Perché anche qui c’è modo e modo. Un conto è pagare 1 euro, un’altra cosa è pagarne 6 a persona. Rimango sbigottito». Rientra sempre nel più ampio discorso dell’accoglienza e della disponibilità verso i clienti, come l’annoso problema del bagno che a volte viene negato. Episodi si sono verificati sul lungomare Alighieri, dove il servizio viene vietato a chi non consuma, ma è accaduto nei giorni scorsi anche in viale Bonopera ad una signora con una bambina che, dopo aver consumato, si è vista negare la toilette. Si è rivolta al sindaco chiedendo di intervenire. 
«Il titolare del pubblico esercizio non ha alcun obbligo per quanto riguarda la disponibilità per la clientela dei servizi igienici – spiega il sindaco Maurizio Mangialardi - e non è in alcun modo nelle competenze di un sindaco intervenire. Può farlo solo per questioni igienico-sanitarie che però non riguardano questo caso. Non può un sindaco controllare le scelte in merito ad un’attività privata».

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