PESARO - Brindisi, occupazioni, passerelle di ministri, presidenti di regione, sottosegretari pronti a inserire la Fano Grosseto tra le priorità nazionali e sciorinare cronoprogrammi. Eppure in 30 anni, da quel lontano 1 novembre 1990 le auto passate sotto la galleria della Guinza sono state zero. E la spesa 350 miliardi di vecchie lire per quei 6 km e il tratto esterno che collega Mercatello sul Metauro. Sono sfilati cinque presidenti di Regione, sette presidenti della Provincia, a dimostrazione del tempo passato. Era il 1986 quando fu finanziato con 35 mld di vecchie lire il primo tratto della Guinza. Le immagini del 1 novembre del 1990 ci consegnano il brindisi del Ministro Prandini per l’avvio dei lavori.
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La cerimonia in grande stile
Una cerimonia in grande stile per licenziare un’opera lunga 6 km. Si partiva con il foro pilota del diametro di 3 metri. Il 13 aprile del 1991 la talpa iniziò lo scavo e il 3 aprile del 1992 altra cerimonia per il completamento del foro pilota percorribile con un trenino. Una strada spianata? Tutt’altro. Tangentopoli, il fallimento della S.I.R. Spa (Società imprese riunite) e stop dei lavori hanno imbrigliato la Guinza. I lavori furono sospesi nel 1994 con appena 900 metri di strada aperta dopo 4 anni.
Il terzo lotto dal 2001
Si parla poi del terzo lotto dal 2001, ovvero il tratto che dalla Guinza arriva all’abitato di Mercatello sul Metauro. Tutto appaltato, ma i lavori si sono fermati prima di partire per irregolarità nell’affidamento. A settembre del 2000 il cancello del cantiere della Guinza si è riaperto. Il tratto è stato finanziato. Altro brindisi il 7 aprile del 2003 tra la Romagnoli Spa e la Secol. Fu abbattuto l’ultimo diaframma, ora la galleria era interamente aperta e collegava Mercatello a San Giustino. 350 mila i metri cubi di materiale inerte stoccato in discarica, zero auto passate nel traforo. Il 4 lotto riguarda la variante dall’abitato di Mercatello fino alla località Pressagnoli: una doppia galleria di 2400 metri per attraversare il paese. Il Cipe finanziò il tutto con 500 miliardi di vecchie lire ribadendo la necessità assoluta della seconda canna della Guinza. Nel 2006 arriva la doccia fredda.
Sono finiti i soldi
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