SENIGALLIA - «Chiuso per pioggia» il ristorante Rimante che, come molti , non ha verande dove trasferire i clienti se un acquazzone dovesse sorprenderli mentre mangiano. In giornate in cui piove già dalla mattina non resta che rimanere chiusi. «Purtroppo la situazione è questa: se piove dobbiamo chiudere – spiega Cesare De Rocco, Rimante - non avendo verande coperte poiché non è possibile. Il Governo non ha pensato alla situazione nostra e di tanti altri perché, non conoscendo le realtà, ha fatto di tutta l’erba un fascio».
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Molti come lui si sentono penalizzati. «Chiediamo alla Regione in caso di freddo o pioggia, mantenendo i distanziamenti anche più rigidi, di poter spostare all’interno almeno i prenotati – aggiunge - o chiunque stia mangiando se all’improvviso dovesse piovere».
«Non so se la Regione abbia autonomia sui Dpcm ma sarebbe comunque una situazione da discutere con le associazioni o comitati di settore – interviene Aroldo Pongetti, Ristorante Pongetti -. Per la situazione attuale rimane una forte disparità fra chi può usufruire di spazi esterni con un minimo di protezione e chi no. Per le aperture all’esterno ci sono locali che non sono strutturati per poterlo fare o non hanno spazi materiali, altri che hanno strutture leggere come ombrelloni o pannelli ma che nulla possono contro intemperie e temperature. Infine i più fortunati, soprattutto sul lungomare, hanno verande completamente chiuse e che, aprendo un paio di finestre, rientrano negli spazi esterni». C’è preoccupazione anche per le cerimonie. «A maggio le parrocchie inizieranno a celebrare comunioni e cresime – aggiunge - ma accettare prenotazioni per quel periodo, con sistemazioni all’esterno in balia del meteo e senza possibilità di un ripiego al coperto, è rischioso e frustrante».