La ricostruzione
L’accusa, per il trentenne residente a Milano, è pesantissima: dovrà rispondere di violenza sessuale. Lui nega tutto e sostiene che quel rapporto consumato in una camera d’albergo di fronte alla stazione di Ancona, nella notte tra venerdì e sabato, sia stato consenziente. Drammaticamente opposta è la versione della ragazza che attorno alle 4,30 ha chiamato il 112 in lacrime: «Mandatemi un’ambulanza, sono stata violentata». Una volta dimessa dall’ospedale, si è presentata in questura per denunciare il giovane che, come lei, lavora sui treni nell’ambito del servizio di ristorazione. Venerdì avevano fatto la stessa tratta e si sarebbero dovuti fermare per una notte ad Ancona. Così, ritrovandosi nello stesso albergo, hanno deciso di trascorrere la serata insieme. Hanno cenato, bevuto un paio di birre e poi hanno proseguito la serata in camera, scambiando quattro chiacchiere. Lui avrebbe tentato un approccio, lei si sarebbe tirata indietro. «Gli ho detto di smettere e invece ha continuato, approfittando di me», ha riferito la vittima, sotto choc, alla polizia. Quando gli agenti sono arrivati in hotel, il presunto stupratore era ancora lì, non è scappato, ma continuava a negare tutto. Per ora è stato denunciato a piede libero, ma rischia di finire a processo per violenza sessuale.
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