SENIGALLIA L’ex sala gessi ospiterà la Tac del Pronto soccorso. Se ne parla da svariati anni e, finalmente, dalle parole si passa ai fatti. Il direttore dell’Asur Nadia Storti, in qualità di facente funzioni di direttore dell’Area Vasta 2, ha infatti firmato, lo scorso 25 novembre, la determina per i «lavori di adeguamento locali per istallazione Tac presso il presidio ospedaliero di Senigallia».
Il sopralluogo
Nelle motivazioni del documento istruttorio l’ingegnere Francesca Ubertini, responsabile del procedimento, spiega che «è stata data indicazione di valutare l’area che in epoca pre-Covid19 era destinata a sala gessi e, a seguito del sopralluogo effettuato, è emersa la necessità di eseguire lavori edili ed impiantistici al fine di rendere i locali individuati idonei ad ospitare la nuova Tac».
Il Comitato
«Soddisfatti dell’incontro monitoreremo nel tempo i fatti – riporta una nota del Comitato guidato da Silvano Cingolani Frulla -. Il primo grosso problema della sanità e che negli anni precedenti non sono stati formati i medici che servivano per il servizio sanitario nazionale, erano più i medici che andavano in pensione rispetto a quelli in servizio – prosegue ricordando le spiegazioni dell’assessore Saltamartini -. È in atto il cambiamento del piano socio sanitario, approvato nel gennaio 2020, che vedeva l’attuazione degli ospedali unici, cioè l’accorpamento di strutture e di conseguenza la chiusura di 14 ospedali. Questo perché, secondo il decreto ministeriale Balduzzi, che prevede un bacino territoriale di utenza di 150.000 abitanti, nelle Marche dovrebbero esserci 10 ospedali (invece di 14) ma ad oggi nessun ospedale è stato chiuso nella Regione».
Centro strategico
Saltamartini ha ribadito come Senigallia sia strategica essendo anche città turistica quindi l’ospedale verrà potenziato tramite il Pnrr, con il finanziamento delle borse di specializzazione e la risoluzione del problema del personale del Pronto soccorso. L’anno scorso, ricorda il Comitato, sono andate vuote mille borse di specializzazione per medicina di urgenza inoltre i medici in ruolo, non sostenendo più la situazione, vogliono lasciare. Per incentivarli la Regione ha chiesto al Ministero di sanare la discriminazione economica esistente con i medici delle cooperative.