MONTE SAN VITO - Il piccolo angelo è volato in cielo e qui, nel borgo adagiato sulla collina, restano le lacrime, tanto dolore, qualche rimpianto e molti interrogativi. La morte del bimbo di due anni che viveva con la mamma e la sorellina di cinque nel centro storico, nel Palazzo Boccolini, ha scosso una comunità che è ferita e scioccata da un avvenimento drammatico e dai risvolti ancora da chiarire.
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«Una storia – dicono alcuni cittadini – che presenta diversi lati oscuri: l’unica cosa certa e tragica è la morte del piccolo bambino che nessuno di noi vedeva mai, così come a passeggio per il paese non si vedevano neppure la madre e la sorellina».
La famiglia composta dalla donna romena e i figli viveva in un piccolo appartamento decoroso e ordinato, non certo in condizioni di indigenza, non aveva problemi economici e la casa era piena di giochi per bambini, segno che la mamma aveva attenzione per i suoi figli.
«La famiglia non viveva in condizioni di indigenza né di incuria – dice Cillo – e non aveva problemi economici. In questo momento, ogni discussione e quesito non possono prendere il posto del dolore e del rispetto verso una madre che ha perso il proprio figlio. Il più grande dei dolori. Non possiamo dimenticare che c’è una madre e una sorella che piangono la morte di un piccolo angelo, volato in cielo. Questo, dovrebbe essere ed è l’unico pensiero che colpisce e tocca inevitabilmente l’intera comunità. L’anagrafe e i servizi sociali si erano interessati della situazione invitando la madre a regolarizzare la sua posizione, come si fa con tutti i cittadini comunitari. La madre del bambino non ha mai manifestato situazioni secondo cui emergessero criticità, stato di necessità o bisogno di aiuto. La signora non era in condizioni di solitudine. I servizi sociali, dopo l’accaduto, si sono immediatamente attivati per fornire adeguato sostegno psicologico e per tutelare la signora e la figlia, in questo momento la nostra unica priorità».
Continua Cillo: «Le cause della morte del bambino sono attualmente in fase di approfondimento. In un senso o nell’altro, non siamo certo noi a dover giudicare. Lasciamo spazio al dolore e alla vicinanza sincera alla famiglia – conclude il sindaco - a cui vanno le condoglianze più sentite dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità».
In ogni caso gli interrogativi restano anche perché non rientra nella norma non registrare un figlio di più di due anni all’anagrafe, così come non sembra normale che una donna con due bambini viva in un palazzo del centro storico dove abitano almeno altri 8 inquilini e famiglie e non scambi mai, in 4 anni, una battuta o una parola con nessuno tanto che alcuni vicini non l’hanno mai vista. La donna qualche anno fa abitava a Chiaravalle, si è trasferita a Monte San Vito e solo dopo diverso tempo, nel 2018, ha trasferito lì la residenza, dopo aver dato alla luce in Romania il piccolo che ieri è volato in cielo. A lui vanno i pensieri e le preghiere di tutti mentre si attende l’esito dell’autopsia che chiarirà alcuni aspetti della trag
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