Ancona, il cantiere infinito di via XXIX settembre: «Ritardo di un anno e mezzo»

Ancona, il cantiere infinito di via XXIX settembre: «Ritardo di un anno e mezzo»
Ancona, il cantiere infinito di via XXIX settembre: «Ritardo di un anno e mezzo»
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 5 Agosto 2022, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:53

ANCONA -  Il post amareggiato su Facebook precede di poco l’arrivo dei pali per la nuova illuminazione. Le coordinate del disagio non si spostano da lì: via XXIX Settembre. Il tema ha il ritmo lento d’uno stillicidio: i lavori infiniti di restyling. Tommaso Buglioni, in arte, quella dei tatuaggi, TomTattoo, è il capopopolo della protesta, insieme all’imprenditore del porto Andrea Morandi.

Una chat e un comitato spontaneo sono scudo e fronte comune per una cinquantina tra residenti e commercianti indignati. «Iniziamo - l’esordio somiglia a uno dei suoi tanti sfoghi - dal travagliato percorso del cantiere, un iter che ci sta logorando da oltre due anni.

Siamo estremamente provati da polvere, transenne, rumori, traffico e sosta caotica». Dal suo negozio, sfondo nero e technicolor alle pareti, lo sguardo è sospeso tra cielo e mare, con la sagoma dei traghetti che disegna uno skyline ingabbiato dalle griglie di ferro dei lavori in corso. Niente infinito, è solo un ricordo. «Siamo impensieriti - procede d’inciampo - per il destino di questa meravigliosa via, qua la gente vive e lavora con i problemi di una situazione sempre più sconveniente in un periodo sempre più disgraziato». 


La missiva 


Tra le righe d’una lettera, una decina di giorni fa, il gruppo degli sdegnati aveva sollecitato il Comune ad accelerare. «Sì, lavorano: tolgono una pietra qua, la spostano là. Siamo già in ritardo di un anno e mezzo. Sul rendering è scritto 270 giorni naturali e consecutivi». Per la sindaca Mancinelli e gli assessori Foresi, Manarini e Simonella l’invito è comune: «Riflettere su questa nostra supplica e scendere sul marciapiede, camminare con le nostre scarpe, condividere con noi questi reali problemi». Torna a dire il già detto, Buglioni, cento, mille volte: «Siamo preoccupati per il futuro, ovvero quando i lavori saranno finiti, se finiranno. Hanno detto ottobre o novembre, detta così è una deadline?». Arriva al nodo che non si scioglie: la pista ciclabile. «Non abbiamo nulla in contrario - rimarca - se non che toglierà molti posti auto utili alla sopravvivenza di residenti e operatori». Nell’elenco delle doglianze finiscono persino i costi: «Non debbono dissuadere le auto dalla lunga sosta». No, è un’idea che non deve passare: «Deve essere l’esatto opposto. Noi abbiamo bisogno di gente che venga in centro». Non ci sta, TomTattoo, a nome di tutti: «Chi risiede nella via e chi ci lavora non può fare centinaia e centinaia di metri di strada per accedere alle proprie case e attività».

La controproposta

Rispedisce al mittente l’ipotesi: «Non si può pensare di far utilizzare il parcheggio di via Marconi, per molti operatori è assolutamente inadeguato». La controproposta: «Potenziare e ottimizzare gli spazi a disposizione, utilizzando la sosta da sotto il muraglione fino al palazzo della Marina Militare». Passa di lì un’altra commerciante di zona. Intercetta la protesta e subito rilancia: «Vanno valutate soluzioni alternative alla soppressione dei posti auto a favore della ciclabile, la quale, tramite un accordo con l’Autorità portuale, sarebbe meglio se continuasse dal porto antico al Lazzaretto, ricongiungendosi con quella in via Marconi». Il tracciato è segnato, semplice. 

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