JESI - Un intervento rischioso, quello di giovedì sera, per i volontari della Croce Rossa di Jesi, chiamati a soccorrere una donna caduta in casa. O almeno questa era la versione fornita al 118. All’arrivo dell’ambulanza, verso le 22 nell’abitazione di via XX Settembre, l’equipaggio ha trovato una donna romena sul pavimento, dolorante, insieme al compagno tunisino e alla figlia. La donna ha riferito ai sanitari di essere caduta per un problema al ginocchio.
Mentre un volontario della Cri stava prendendo i parametri, i colleghi sono usciti per prendere la barella. Improvvisamente, il portone è stato chiuso. Un crescendo di tensione fino a quando dalla camera da letto è spuntato un ragazzo, il figlio della donna, con il volto tumefatto, una maschera di sangue. Il giovane aveva il telefono in mano, in linea il 112. Ha passato il cellulare al volontario della Croce Rossa e l’operatore della centrale ha spiegato che era stato contattato per una violenta lite in famiglia: insomma, erano partite due chiamate dalla stessa casa.