Jesi, costi alle stelle e scatta l’allarme rosso: «La casa di cura rischia di chiudere»

Jesi, costi alle stelle e scatta l’allarme rosso: «La casa di cura rischia di chiudere»
Jesi, costi alle stelle e scatta l’allarme rosso: «La casa di cura rischia di chiudere»
di Fabrizio Romagnoli
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Martedì 28 Marzo 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:43

JESI Casa di cura per anziani del Collegio Pergolesi a rischio chiusura, Fratelli d’Italia chiede all’amministrazione comunale di intervenire a tutela del servizio offerto dalla struttura, privata, al territorio. Tema che FdI porterà in Consiglio giovedì prossimo. «Questione che seguiamo da tempo – dice in merito il vice sindaco e assessore ai servizi sociali Samuele Animali – il sindaco Lorenzo Fiordelmondo è in contatto con il gestore». 


L’iniziativa

Sono i consiglieri d’opposizione Chiara Cercaci e Antonio Grassetti a dare notizia di una «petizione per raccomandata indirizzata al sindaco di Jesi e all’assessore regionale alla sanità dal Comitato dei familiari della Residenza per Anziani di via Pergolesi, per chiedere che si attivino affinché questa non venga chiusa, diversamente da come la direzione della casa di cura ha invece fatto intendere».

Causa, «le difficoltà del periodo Covid e dell’aumento dei costi energetici e della struttura stessa negli ultimi 2-3 anni». Di qui la richiesta all’amministrazione di attivarsi, ricordando come «la struttura rappresenta da anni una residenza che accoglie anziani non totalmente autosufficienti e autonomi. Il Comitato stesso chiedeva un ampliamento del numero dei posti letto convenzionati». La casa di riposo – Collegio Pergolesi è una struttura residenziale autorizzata all’assistenza di persone anziane e accoglie persone con diversi gradi di non autosufficienza e affette da patologie assimilabili. La struttura dispone di 68 posti letto su 3 piani. Dice Animali: «Conosco le problematiche della struttura, ho incontrato i rappresentanti dei familiari già prima dell’invio della petizione. Continueremo a fare il possibile, a fianco dei diretti interessati, per contribuire a scongiurare il rischio di chiusura; serve però un ampliamento del numero dei posti convenzionati da parte della Regione. Questa vicenda si inserisce in un quadro più ampio di carenze di organizzazione e programmazione in materia socio-sanitaria». Secondo Cercaci e Grassetti c’è sempre più la «necessità di offrire residenze e strutture ad hoc ai nostri anziani in difficoltà, anche per la specificità delle cure essenziali di cui hanno bisogno, assicurando loro un dignitoso stile di vita in una comunità in cui possano avere una socialità utile al loro benessere». 

La mozione

Intanto sempre Fratelli d’Italia e sempre nel prossimo Consiglio si appresta a chiedere, con una mozione, che si cambi nome a via Jugoslavia. «Denominazione anacronistica» spiega FdI. La strada, nel comprensorio “Largo Europa” dove la gran parte delle vie è intitolata a Paesi del Vecchio Continente, ricollega via San Francesco a via delle Nazioni. «Il maresciallo Tito, capo del governo della Jugoslavia dal 1943, morì il 4 maggio 1980 – argomenta Fratelli d’Italia – dopo oltre vent’anni di guerre e tragici sconvolgimenti, il 21 maggio 2006 la Jugoslavia venne definitivamente sciolta e dalle sue ceneri nacquero Slovenia, Croazia, Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Macedonia e Kosovo. La Jugoslavia, dunque, non esiste più e a Jesi permane un’anacronistica via Jugoslavia a cui appare opportuno, sensato e logico sostituire la denominazione». 

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