JESI - Aggredita alle spalle, bloccata. Palpeggiata. E se lei non avesse trovato il coraggio, la forza di urlare, chissà che altro le sarebbe capitato. Mentre dal palco di piazza Federico II Fiorella Mannoia salutava lo Sportello antiviolenza di Jesi e si rivolgeva alle donne vittime di abusi, poco lontano, nel quartiere ex Smia, si stava consumando un tentativo di stupro.
La ricostruzione
Ore 23.
Il soccorso
A quelle grida disperate è sceso in strada il compagno della donna, che l’ha soccorsa. Ma sono stati attimi terribili, in giro nessuno che potesse aiutarla. La zona è buia è priva di sistemi di videosorveglianza, sebbene vicinissima al Parco Mattei dove si radunano spesso bambini e famiglie. Non è ricorsa alle cure del pronto soccorso la donna, perché addosso non ha ferite. Ma le cicatrici della paura, quelle ne ha tante. «Ho pianto tutta la notte, un senso di impotenza e di timore che ti resta addosso», racconta in lacrime. Dopo aver sporto denuncia per tentata violenza sessuale al comando Stazione Carabinieri di Jesi, ieri si è recata dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo. Ha chiesto più controlli nella zona dell’ex Smia, specie di sera. Più luce, anche nelle stradine limitrofe al parco Mattei e alla via principale, dove si affacciano abitazioni e cortili. Ha chiesto le telecamere, perché non va monitorata solo la movida del centro. «Non pretendo nulla, ma ho solo la speranza che quello che è successo a me non accada più a nessuna e che le telecamere e l’illuminazione possano far desistere questi malintenzionati, perché non è possibile aver paura di uscire di casa».
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