ANCONA - Le 50 misure cautelari firmate dal gip potrebbero solamente rappresentare la punta dell’iceberg dell’inchiesta Euro Green Pass. Sarebbero una ventina infatti le persone indagate a piede libero, non colpite – almeno per ora – da alcuna misura cautelare. Tra queste, risulta esserci Liana Spazzafumo, dirigente dell’Agenzia Regionale Sanitaria. Nella lista non comparirebbero altri dipendenti o dirigenti del comparto sanitario. Il nucleo sarebbe composto principalmente da ulteriori clienti della compagine guidata dall’infermiere Emanuele Luchetti.
Gli altri nei guai
I mediatori
Gli investigatori sono anche a caccia di altri presunti intermediari. Il 18 dicembre scorso, Luchetti si faceva scappare queste parole con il medico che credeva essere suo complice: «C’è una di Fabriano, che è la stessa che ne ha portati due su oggi, che è in attesa di portarne altri quattro». Incalzando: «Comunque le fonti sono diverse, adesso man mano andiamo avanti». A inizio del scorso mese, l’infermiere – in merito a un presunto canale – aveva anche accennato a un ex primario. Ulteriori riscontri si potranno avere dall’analisi dei dispositivi informatici (almeno una quarantina) sequestrati a buona parte degli indagati. Dovranno essere scandagliati dall’analista forense Luca Russo. Domani è previsto l’interrogatorio di garanzia dell’infermiere, il 17 quelli dei 4 presunti procacciatori finiti ai domiciliari. Tra questi, l’avvocato Gabriele Galeazzi, per il quale ieri il Consiglio di Disciplina dell’Ordine forense ha avviato un procedimento disciplinare.
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