Covid, l'Inrca è in affanno per il picco di accessi. Il Pronto soccorso arranca: pazienti dirottati a Torrette

Covid, l'Inrca è in affanno per il picco di accessi. Il Pronto soccorso arranca: pazienti dirottati a Torrette
di Stefano Rispoli
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 03:55

ANCONA Covid, ma non solo. Il Pronto soccorso dell’Inrca è sotto stress. Per i continui accessi legati a casi di positività sospetta o certificata, ma anche per le patologie che nulla hanno a che vedere con il virus e che la pandemia certo non ha fermato. A gennaio statisticamente si registra un picco di ingressi negli ospedali, figuriamoci in piena emergenza sanitaria. E allora non stupisce che il punto di prima emergenza dell’istituto geriatrico sia in affanno, stretto in una morsa tra malanni di stagione, influenza, traumi, patologie legate all’età avanzata dei propri utenti e, appunto, il Coronavirus.

 
Il picco
Il riflesso è su Torrette: il Pronto soccorso di Torrette recepisce parte dell’ondata di ricoveri che l’Inrca non riesce più a gestire, vuoi per la fragilità dei suoi pazienti, vuoi per i cronici limiti strutturali che non si può certo sperare di risolvere in un batter d’occhio. «La pressione è intensa e costante - ammette il direttore generale dell’Inrca, Gianni Genga -. Ma il Covid giustifica solo una parte del picco di accessi. Non possiamo sopperire a certe carenze, ma monitoriamo costantemente la situazione alla ricerca della soluzione più idonea». Una drastica misura è già stata adottata nei giorni scorsi: la chiusura dell’area chirurgica, accorpata nella struttura gemella di Osimo in modo da liberare ulteriore spazio destinato ai pazienti Covid. Tuttavia, al momento l’area speciale ricavata al terzo piano, con 18 posti letto a disposizione, non è stata ancora utilizzata.

Il motivo? La situazione, pur nell’emergenza, resta sotto controllo. 


I numeri
Ieri erano 33 i contagiati ricoverati nella palazzina Persichetti del geriatrico. «Se il numero dovesse mantenersi invariato, non sarebbe necessario occupare l’area chirurgica - spiega il dg Genga -, ma i dati sull’andamento dei contagi purtroppo non ci fa ben sperare. Il nuovo reparto Covid non è stato ancora attivato, ma intanto abbiamo integrato ad Osimo le attività chirurgiche, pronti ad ogni evenienza, nella consapevolezza che la pressione resta elevata e che gli spazi della nostra struttura sono blindati». Inevitabili le ripercussioni sui tempi d’attesa e sulla capacità di ricezione dell’Inrca: l’emergenza Covid si sta ripercuotendo a cascata sull’attività ordinaria e ha comportato una riprogrammazione totale delle urgenze chirurgiche, oltre al rinvio di tutto ciò che è differibile. 


Il sovraffollamento
Il sovraffollamento dell’Inrca si ripercuote indirettamente sull’ospedale regionale, dove ieri si è toccata quota 91 ricoveri Covid su 118 posti letto dedicati. Sono 15 i pazienti assistiti in terapia intensiva nella Rianimazione, 22 nell’area sub-intensiva. Altre 35 persone sono in cura nel reparto di Malattie Infettive, 18 nella sezione Cov-4 e un positivo ieri era in attesa di collocazione al Pronto soccorso, dove gli accessi sono in costante aumento anche per la minore capacità ricettiva dell’Inrca. 

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