ANCONA - Tutto a tutti, evitando assembramenti. Al via il 18 dicembre ad Ancona - così come a Pesaro, Macerata, Ascoli e Fermo - lo screening della popolazione. L’operazione di prevenzione di massa, gratuita e volontaria, approvata giovedì dalla giunta regionale, mira a individuare, a tracciare e a isolare il più possibile il virus.
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Arginare gli effetti devastanti della pandemia e tutelare la tenuta della rete ospedaliera sono i punti cardine d’un piano che prenderà forma attraverso l’utilizzo di tamponi antigenici rapidi, con risposta assicurata in 15-30 minuti. Per centrare il bersaglio sarà necessario sottoporre al test almeno 70-80mila anconetani.
Dall’insieme al sottoinsieme territoriale.
Nei suoi pensieri c’è anche quello della Marina Militare che è già “drive through”, uno dei punti gestiti dal personale dell’Azienda Sanitaria per eseguire dalla propria auto i tamponi naso-oro-faringei. La Capogrossi aggiunge un dettaglio: «Lunedì ci sarà la riunione del direttivo regionale dell’Anci». In calendario già da tempo, al confronto, coordinato dalla presidente e sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, parteciperà anche l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini. Per dettare le linee guida e sciogliere il nodo di chi andrà sul campo.
Tutto a tutti, con l’unica condizione di avere più di sei anni. Lo screening non esclude neppure chi vive ad Ancona per motivi di lavoro o di studio. Estromessi sono invece coloro che hanno sintomi connessi al Covid; chi è in malattia per altre questioni; chi è stato positivo negli ultimi tre mesi; chi è già in quarantena o in isolamento fiduciario. E dal Comune all’ospedale regionale i sistemi di difesa sono identici. Tant’è che sono stati già sottoposti a screening antigenico più di 2.000 dipendenti degli Ospedali Riuniti sui 3.700 che animano il quartier generale sanitario di Torrette. «Ne eseguiamo 200 al giorno, entro due settimane dovremmo aver concluso». Michele Caporossi dà lo stato di avanzamento e, nonostante governi una macchina sotto pressione da mesi, non si tira indietro: «Se il Comune ci chiederà una mano, noi saremo a disposizione». Tempi e modi sono tutti da scrivere. E nell’attesa, il direttore generale, spiega il metodo: «Coinvolge le persone in modo attivo nelle attività di prevenzione e offre uno spaccato della situazione che sarà molto utile. Noi a Torrette, in base ai risultati decideremo se replicare». La sostanza non cambia: individuare, tracciare, isolare.